Nega l’adozione a due lesbiche, giudice a processo in Spagna

Si è opposto alla richiesta benché fosse legale. Ora l’accusa per il magistrato è di "prevaricazione": rischia nove mesi di carcere e la sospensione per un anno e mezzo

Nega l’adozione a due lesbiche, 
giudice a processo in Spagna

aFernando Ferrin Calamita non si è arreso alla legge spagnola, che consente l’adozione a gay e lesbiche. E da giudice è diventato imputato: il magistrato della Murcia, regione della Spagna meridionale, ora è finito a processo per aver negato e rallentato in ogni modo la richiesta di adozione ricevuta da una coppia di lesbiche. L’accusa è di “prevaricazione”: rischia fino a nove mesi di galera.

Punizione severa. L’altro giorno il giudice Ferrin si è dovuto presentare al Tribunale supremo di giustizia della Murcia. La procura è intenzionata a chiedere una punizione severa: nove mesi di carcere, sospensione dall’incarico per 18 mesi, più un risarcimento di 18mila euro da pagare alle due donne che l’hanno denunciato, Vanesa e Susana. Vanesa, madre biologica di una bimba di due anni, avuta con l’inseminazione artificiale, aveva chiesto che la piccola fosse adottata dalla sua compagna Susana come secondo genitore. Una richiesta che, secondo la nuova legge su matrimoni e adozioni gay voluta due anni fa dal governo Zapatero, avrebbe dovuto essere approvata in automatico dal tribunale della Murcia. Ma le due donne si sono trovate davanti Ferrin, e i tempi sono diventati lunghissimi.

Toga "contro". Il giudice Ferrin, ritenuto vicino all’Opus Dei, aveva prima respinto due rapporti favorevoli all’adozione della piccola e ne aveva chiesto un terzo alla direzione per la Famiglia del governo di Murcia. Il magistrato voleva sapere se “non sia un diritto del minore di essere inserito in una famiglia normale, formata da persone di diverso sesso”. L’adozione da parte di una coppia gay, secondo Ferrin, rischiava di aumentare le probabilità che anche la bimba diventasse omosessuale, “imitando il modello vissuto in casa negli anni fondamentali della formazione della sua personalità”. Ora Ferrin spiega così gli ostacoli e le indecisioni: “Volevo un rapporto asettico, non ideologico, che mi dicesse se era a beneficio della bambina crescere con due madri. Nessuno ha diritto di adottare, quale che sia il suo sesso: è l’adottato che ha il diritto di esserlo”. Ferrin aveva anche sollevato un dubbio di incostituzionalità sulla legge Zapatero sulle adozioni gay. Una crociata, la sua, che non è passata inosservata. Anzi. Dalla Murcia rurale è finita sulle prime pagine dei quotidiani e a Madrid ha scatenato gli attacchi da parte della stampa progressista, delle associazioni gay e degli esponenti socialisti.

Alla fine Ferrin è stato sospeso. Il suo sostituto in tre mesi ha approvato la richiesta di adozione, ma le due donne hanno denunciato il magistrato. Che ora rischia di pagare cara la sua opposizione alla legge di Zapatero. 

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