Negli alberghi «blindati» di via Anelli: «Ora basta, vadano a pregare in periferia»

«Vogliamo un’altra moschea a Padova». Questa la sconcertante risposta che la maggioranza dei padovani ha dato a una domanda del sondaggio compiuto dalla Sgw: il 60 per cento dei cittadini sarebbe infatti favorevole alla realizzazione di un nuovo centro di culto islamico. Amore improvviso per l’Islam? In realtà nel sondaggio i padovani chiedevano un nuovo centro, ma isolato, in periferia, pur di trovare un’alternativa a quello di via Anelli. Come dire: dato che non possiamo mandarli via dalla città, almeno spostiamoli fuori dal centro.
Disposti a tutto i padovani, pur di sgonfiare il bubbone di degrado e criminalità che ha trasformato via Anelli in una succursale della Berlino degli anni Settanta, con un muro di contenimento per tenere spacciatori e sbandati lontani dalle case. A suscitare particolare preoccupazione fra i cittadini è infatti il numero elevato di musulmani che raggiungono quotidianamente il complesso di via Anelli, dove quella che anni fa era solo una moschea oggi è diventata epicentro di degrado. A mano a mano l’area di influenza della moschea si è allargata, e in via Anelli sono arrivati i clandestini e lo spaccio.
La vendita di droga è diventata uno dei principali business per gli immigrati della zona e le stazioni di polizia sono piene di dossier che lo documentano.

«Fino a due anni fa negli hotel di questa zona i clienti nemmeno si chiudevano a chiave in stanza - racconta un albergatore della zona - ora sembra di stare nei bunker, abbiamo dovuto ridurre le finestre a feritoie sulle finestre». Lo spostamento della moschea in un’area isolata potrebbe finalmente separare gli islamici che intendono pregare da quelli che, a Padova, hanno trasformato la religione in una copertura per dedicarsi invece al crimine.

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