Negozi chiusi il Primo Maggio Il prefetto: «Scelta saggia»

Una decisione «saggia e prudente». Il prefetto Gian Valerio Lombardi condivide la scelta del sindaco Letizia Moratti, che ieri dopo un vertice con i capi delle forze dell’ordine ha deciso di negare l’apertura dei negozi anche il Primo maggio. Domani quindi giorno di festa (in molti casi forzata) per i commercianti della città. «Non c’è stato nessun dietrofront» ci ha tenuto a precisare ieri la Moratti. Tre giorni fa, prima del confronto tra l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi con i sindacati che avevano minacciato le barricate contro il Comune in caso di deroga (nonostante il via libera in città come Torino o Genova) e prima dunque dell’incontro in prefettura, il sindaco si era dichiarata «personalmente favorevole». Ma ha ribadito ieri che «non c’è stato nessun cambiamento, forse qualcuno ha anticipato qualcosa che io non avevo ancora deciso». «Martedì - ha ricostruito - avevo detto che avrei aspettato l’incontro tra l’assessore e i sindacati, che si è chiuso con la richiesta dei sindacati di lasciare i negozi chiusi, e poi la riunione in prefettura che ha dato un’indicazione prudente rispetto all’opportunità di non appesantire le forze dell’ordine, già impegnate in altre incombenze in quella giornata».
E il prefetto ieri ha ringraziato pubblicamente il sindaco: «È opportuno - ha scritto in una nota - garantire ai lavoratori la possibilità di rispettare la propria festa, in occasione della quale sono peraltro previste numerose manifestazioni cittadine. La deroga inoltre non sembra condivisa dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali. Di conseguenza si potrebbe rischiare che l’iniziativa resti comunque vanificata dalla decisione degli addetti di astenersi dallo svolgimento dell’attività lavorativa, rendendo inutile la stessa concessione della deroga».
Sale invece la protesta dei piccoli e medi commercianti milanesi contro la decisione del sindaco. «Con questa scelta - sostiene il direttore di Confesercenti, Pietro Rosa Gastaldo - si mortifica la vocazione commerciale e turistica della città.

Alle sedi dell’associazione stanno arrivando decine di telefonate di commercianti delusi, esprimono la loro insoddisfazione e la rabbia per non poter tenere aperto il Primo maggio, perdendo un’importante giornata d’affari in un momento di crisi acuta del commercio».

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