La bellezza come antidoto alla violenza. Questa la sfida che arriva da Gino Zavanella, architetto di fama internazionale e fondatore dello studio Gau e attualmente capo progetto del nuovo stadio della Juventus a Torino. Appena archiviato il campionato di serie A 2006/2007, uno dei più tragici della storia calcistica nazionale, Zavanella lancia la proposta: «La violenza si sconfigge con la bellezza. Non è la provocazione di un visionario, ma un progetto concreto. Il livello di violenza raggiunto nei nostri stadi è diventato intollerabile e la situazione non si stempera trasformandoli in bunker, dove per entrare si è costretti a passare dai tornelli di acciaio, perquisiti e controllati. La strada da percorrere, sostiene Zavanella, «è ripensare da zero al luogo-stadio, rendendolo una parte pulsante della città, con spazi e servizi da vivere ogni giorno».
Questa «estetica» dello stadio prevede poche linee guida: «Materiali naturali, molta luce, attenzione ai colori e soprattutto armonia con il contesto in cui si inseriscono. I nuovi stadi, con spazi polivalenti e numerosi servizi, verranno vissuti quotidianamente dai cittadini, uscendo dalla logica di violenza e ghettizzazione». Per avviare il rinnovamento, larchitetto ne è convinto, «è necessario optare per la privatizzazione degli stadi».
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