Leggi il settimanale

Un negozio con più anni dell’Italia

Un annetto di anticipo, giusto per vantarsi di essere più vecchi dell’Italia unita. Risale al 1860 la prima licenza commerciale dell’emporio di Montessoro: 146 anni di ininterrotta attività che si concluderanno con un po’ di tristezza il 31 dicembre prossimo. Il rammarico del signor Ninni è per quel pezzo di carta, l’originale, che adesso avrebbe un immenso valore storico ma che si è perso in traslochi, spostamenti e lavori vari. Qualcosa si è salvato: un paio di bilance, un quadernetto con valori bollati risalenti alla notte dei tempi, un cartello che impone di «non toccare la merce», ma niente in confronto a tutta la storia che si respira a parlare di una delle ultime «botteghe». Rimane quindi la licenza più recente, che come cimelio non sarà un granché ma già da sola è una miniera di informazioni. «Non c’è niente che non possiamo vendere» sorride orgoglioso Ninni. Proprio così, e non c’è bisogno di leggere il documento per accorgersi del carattere da supermercato ante litteram del negozio dei Sangiacomo.
È tutto a posto, tutto in ordine: la pasta e lo scatolame sullo scaffale sinistro, dietro al freezer dei gelati di innumerevoli merende dei bambini villeggianti; a destra il materiale per la casa nel senso più largo del termine: ago e filo, carta e matite, lana nella confezione storica con la donna in maglione sugli sci. Dietro il banco, la frutta e la verdura (anche se quando è stagione, dice Liliana, «il basilico o il prezzemolo vado a raccoglierli nell’orto»), ma anche i tabacchi: non tutte le marche, solo quelle si possono ragionevolmente fumare aggiustando una motozappa o rifacendo la staccionata. Per i pacchetti eccessivamente «fighetti» non è aria.
Sulla licenza, in teoria, si accenna anche a «materiale edile» e «macchinari agricoli». Ma forse sarebbe troppo, e l’idea di rivendere mattoni o tosaerba è sempre rimasta tale, anche se nel magazzino vicino ci si può rifornire di bombole del gas o di legna, in caso di emergenza.

E ora che tutto questo sta per finire, ora che il Natale di Montessoro avrà una punta di amaro, c’è già chi vuole assicurarsi un pezzettino di storia tutto per sé: «Sì, qualcuno si è già fatto promettere l’ultimo scontrino dell’ultimo giorno» sorride Liliana. Sarà un bel colpo: l’ultimo acquisto di una serie lunga più della storia d’Italia.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica