Nei giardini di Brignole i barboni piantano le tende

Nei giardini di Brignole i barboni piantano le tende

Sacchi a pelo, coperte, pic-nic sul prato con tanto di plaid, chioschetto di frutta e verdura che allieta i passanti con musica e aperitivi freschi. No, non è la descrizione di un villaggio vacanze, di un campeggio immerso nel verde. È quello dei giardini di viale Caviglia, l’area che si trova di fronte a piazza Verdi e alla stazione Brignole. Ormai da giorni, più di un mese, diverse persone hanno preso alloggio proprio lì, nei giardini. La zona notte si trova a ridosso del piccolo bar che sorge sotto «il bruco», il camminamento sopraelevato perpendicolare a viale Duca d’ Aosta. Lì, uno accanto all'altro, hanno trovato posto diversi sacchi a pelo, coperte e cartoni. La zona giorno è poco più in là, tra le panchine e la fontanella, che funge da lavandino per la fogna a cielo aperto. Un'occupazione che i senza tetto portano avanti ormai da giorni, indisturbati, mentre i giardini sono in caduta libera verso il degrado. Come se non bastasse, ieri mattina, è spuntata pure una tenda. Una canadese, montata vicino alla «zona notte», tanto per essere sicuri di rispettare le regole del «campeggio Brignole». Intorno alla tenda, campeggiatori in mutande, intenti a vestirsi e a fare colazione. Sacrosanto, alle undici del mattino. Diversi lettori hanno chiamato per segnalare la comparsa della «canadese». Uno di loro si è rivolto ai vigili urbani. «Che, anche se comprensivi, hanno detto che non sono in grado di intervenire - racconta -, hanno le mani legate. E noi ci godiamo questo bello spettacolo, in pieno centro città». Cocci di bottiglia, spazzatura di vario genere e varia provenienza, qualche siringa, per gradire. Difficile anche per gli spazzini il compito di pulizia dell'area, «occupata» praticamente ventiquatt'ore su ventiquattro. Una zona centrale, centralissima, dove le panchine sono ormai inaccessibili. Chi l'attraversa non è mai troppo tranquillo, neanche durante le ore di luce.
Così, mentre le aiuole sono invase dai campeggiatori, di fronte ai capolinea di diverse linee Amt, davanti al rivenditore di frutta e verdura con la musica a tutto volume, come ogni giorno, si riuniscono decine di persone (per la maggior parte sudamericani) a prendere l'«aperitivo». Proseguiranno probabilmente fino a sera. E, complice qualche birretta di troppo, gli alberi intorno al chiosco, si trasformano in altrettanti orinatoi. Forse un gesto dimostrativo: quelli pubblici non ci sono più? Vai con gli alberi.
Ad imbruttire ulteriormente la piazza, l'eterno cantiere per la costruzione della linea della metropolitana. Inconveniente purtroppo inevitabile se si vuole che, finalmente (la fine dei lavori è prevista per il 2010), anche la stazione Brignole abbia una fermata del metrò nelle vicinanze. E dire che lo scalo avrebbe anche una sua importanza storica. Costruita per Esposizione mondiale del 1905, su un progetto del 1902 a firma dell'ingegnere Giovanni Ottino, la stazione è la seconda per importanza della città.

Sulla sommità della facciata, 105 metri d'altezza, un grande corpo scultoreo riporta lo stemma cittadino, con statue di grifoni e scudo a croce rossa su campo bianco, sormontato da una corona. In alto, svetta il capo bifronte del dio romano Giano. Chissà che non possa diventare lui, la prossima mascotte del nuovo «campeggio Brignole».

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