MilanoIl suo ultimo cliente era stato Adel Ben Mabrouk, il tunisino che da Guantanamo era stato trasferito in Italia lo scorso 3 dicembre. Prima, era stato il legale di parte civile in uno dei processi più importanti degli ultimi anni, quello a carico degli agenti della Cia e del Sismi, accusati del rapimento dellallora imam Abu Omar. Luca Bauccio, classe 1968, è un noto e stimato avvocato del foro milanese. Aveva assistito la moglie di Abu Omar, Nabila Ghali. Originario di Enna, nel capoluogo lombardo aveva difeso diversi presunti terroristi islamici. Dalle aule del tribunale, ora, Bauccio si trova agli arresti domiciliari. Accusato dalla procura di Caltanissetta di aver intrattenuto rapporti poco limpidi con alcuni esponenti della malavita siciliana.
Una vicenda che lascia stupiti molti dei suoi colleghi, convinti che si tratti di una «disavventura» che sarà al più presto chiarita. Per i magistrati siciliani, e per il Gico della guardia di finanza di Caltanissetta, invece, Bauccio si sarebbe reso disponibile a incassare dallInps denaro (di qui, laccusa di truffa) per conto di alcune società finite nel mirino degli inquirenti, e - di prestanome in prestanome - riconducibili alla famiglia mafiosa di Pietraperzia (Enna). Una vicenda ancora da chiarire e che, almeno per Bauccio (difensore in passato anche dellex imam di Varese Abdelmajid Zergout), riguarda cifre contenute, ma che affianca lavvocato a una cricca di pregiudicati in un insolito accostamento.
Perché loperazione delle Fiamme gialle, che arriva al termine di tre anni di indagine, ha portato allarresto in carcere di 21 persone (oltre ad altre due misure cautelari ai domiciliari), 35 perquisizioni e al sequestro di undici società, unautorimessa e un centro sportivo con tanto di maneggio, per un valore di 10 milioni di euro. Lindagine della Dda ha disegnato la rete di unorganizzazione criminale che dalla Sicilia si era trasferita in Lombardia, muoveva denaro dal Belgio, ed era attiva nel campo delle estorsioni e dellusura.