Tre ville storiche con i rispettivi parchi che «formano un complesso verde di rara bellezza in un ambiente naturale di eccellenza». Così si esprime il Comune, a proposito dei parchi di Nervi, nel sito http://turismo.comune.genova.it. In effetti, i 9 ettari del polmone verde del levante cittadino, offrono un colpo d'occhio da non perdere. Ma, oltre alla quiete, alla varietà di piante, alle attrazioni culturali e ad una boccata d'ossigeno, affiorano numerose magagne. A cominciare dall'ingresso al parco, dal lato della stazione di Nervi, che accoglie i visitatori con scritte più o meno deliranti, vergate dagli instancabili grafomani. Stesso discorso per il cartello che illustra le caratteristiche del parco e i percorsi consigliati, imbrattato con vernice spray. Già di prima mattina, una volante della polizia entra per il consueto controllo, seguita da mezzi dell'Aster, impegnati nella manutenzione ordinaria, e da quelli Amiu che raccolgono i rifiuti, mentre a breve distanza arriva anche un'auto della polizia municipale. A prima vista, i parchi non sono in decadenza, le panchine sono in ordine e i rifiuti vengono rimossi, ma il manto erboso in molte zone è praticamente inesistente dato che i frequentatori, a dispetto dei cartelli che vietano di calpestare le aiuole e a non danneggiare la vegetazione, bivaccano tranquillamente nei prati con bambini e passeggini al seguito, sguinzagliano i cani e usano i prati come scorciatoie tra i sentieri, passeggiando in mezzo all'erba con l'effetto di una falciatrice impazzita.
Alcuni addetti Aster passano velocemente con i loro mezzi, senza farci troppo caso e tirano dritto, i vigili non sono onnipresenti e i turisti incivili, in più di un'occasione, evitano la multa. Non mancano sentieri con grosse buche nei pressi della fontana che accoglie pesci e tartarughe, non lontano dall'ingresso di via Aldo Casotti e a due passi dalla settecentesca Villa Gropallo, sede della biblioteca di Nervi. Le tartarughe e i pesci sguazzano in un'acqua molto torbida e le statue che contornano la vasca, alcune delle quali decapitate da lungo tempo, sono da ripulire. Per ironia della sorte, un cartello nei pressi della biblioteca, che invita a non calpestare il parco, è talmente nascosto dalle palme che non lo legge nessuno. «Non bastano i cani e i maleducati a spaventare gli scoiattoli - lamenta un pensionato, assiduo frequentatore del parco - ci si mettono anche i piccioni ad infastidirli, facendoli scappare. Inoltre, tutti sanno che questi volatili portano malattie e bisognerebbe intervenire per portarli via o sterilizzarli». Proseguendo lungo i sentieri si arriva alla zona dominata dalla seicentesca Villa Serra Saluzzo, sede della Galleria d'arte moderna, ingresso da via Capolungo 3. L'area ospita anche un elegante bar con servizi igienici e molti giochi per bambini. Rigorosamente imbrattati da dediche e insulti vari, gli scivoli sono una delle attrazioni principali, purché si faccia attenzione alla grossa buca nel pavimento imbottito, ai piedi di uno scivolo, che può far inciampare i più piccoli. A lato della villa, una grossa vasca di acqua torbida, piena di foglie secche sarebbe più suggestiva se fosse ripulita e arricchita con uno zampillo, come propone Mauro, studente universitario. La scorciatoia dalla villa attraverso il sentiero in pietra, fino al caratteristico angolo con i ponticelli in legno, è sconsigliabile a bambini e ad anziani, essendo sconnessa e con spuntoni di roccia che sono perfetti per inciampare. Su un cestino della carta qualcuno ha vergato la raccomandazione di non invitare a pranzo i topi, gettando resti di cibo.
Dall'ingresso di via Capolungo 9, si erge Villa Grimaldi Fassio, che ospita il museo Frugone, con opere di artisti italiani e stranieri del XIX e inizio XX secolo. Nonostante l'area intorno alla villa sia ben tenuta, l'ingresso secondario, all'interno del parco, esibisce un cartello ricoperto di insulti. E il divieto di lasciare circolare i cani nel parco all'inglese che degrada verso il mare, non è sempre rispettato e gli amici a quattro zampe ne approfittano per infilarsi tra i cespugli, scorrazzare nei pressi del roseto, litigare con altri cani e lanciarsi all'inseguimento dei malcapitati scoiattoli. La tratta finale del percorso domina la passeggiata Anita Garibaldi offrendo un suggestivo panorama sul mare.
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