Nel 2005 il foglio di via «Sono padre, resto a Milano» E continua a vendere droga

Venticinque anni, senegalese, clandestino, Kebe Fall viene fermato dalla polizia a Milano a Pasqua dello scorso anno. «Dovete rispettare i miei diritti! - urla ai poliziotti -. Convivo con un’italiana e sono padre del figlio che lei porta in grembo!». Solo al momento della comparazione delle impronte ammutolisce e chiede in fretta un avvocato: all’ufficio immigrazione, infatti, scoprono che, da oltre 28 mesi - non essendo mai stato rintracciato sul territorio e privo di documenti - ha girato liberamente per l’Italia nonostante sul suo capo penda una misura di sicurezza del tribunale di sorveglianza che ne decreta l’espulsione dal maggio 2005. «Fino a quando non li rintracciamo fisicamente sul territorio e risaliamo, nonostante i vari alias, alla loro vera identità, però, l’allontanamento diventa impossibile» spiegano in questura. L’immigrato viene portato allora al centro d’accoglienza di via Corelli (come previsto dalla misura di sicurezza) in attesa di comparire davanti al giudice di pace. Che però non solo non convalida il trattenimento in via Corelli ma discute (senza averne diritto) sull’opportunità della misura di sicurezza applicata dal tribunale di sorveglianza oltre due anni prima! A quel punto il legale tenta di far mettere in libertà il suo assistito, ma l’ufficio immigrazione, visto che la misura di sorveglianza deve essere eseguita, dopo aver notificato al senegalese un nuovo trattenimento al centro di via Corelli, scrive al tribunale di sorveglianza sottoponendogli il caso del senegalese spiegato nei dettagli e chiedendone la rivalutazione. Tuttavia è proprio questo tribunale che, alla fine, toglie la misura di sicurezza all’africano. Che da quel momento è libero di girare in Italia proprio come ci era arrivato: da clandestino e, poi, da pregiudicato.

E adesso, se il figlio è nato, è davvero suo e lo ha riconosciuto, ha a disposizione un permesso di soggiorno come padre di un cittadino italiano, nonostante i suoi numerosi precedenti per spaccio di stupefacenti. In fondo solo un altro modo per aggirare la legge.

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