Alla fine ha vinto la cultura, e fra un anno Milano avrà il suo Museo della Moda. Niente a che vedere con gli archivi storici delle Maison degli stilisti, però. Il Museo sarà «un'istituzione che ripercorre la storia dei costumi e racconta il modo di vestirsi attraverso le varie epoche, fino a metà Novecento, e sorgerà nel centro storico». A dare la buona notizia (se ne discute da anni senza risultati), l'assessore alla Cultura del Comune Massimiliano Finazzer Flory. Ieri, in vista della settimana della moda femminile che si aprirà mercoledì, l'assessore ha lanciato una sfida agli stilisti. Una sferzata per tutti, in particolare per chi ha spesso criticato Milano. «Armani e tutti gli altri stilisti hanno certo il diritto di parlare, ma hanno anche il dovere di fare», ha detto Finazzer, riferendosi alle dichiarazioni di Re Giorgio, che a settembre, all'inaugurazione della sua boutique di Montenapoleone, aveva detto: «Milano è una città morta», e che proprio ieri a New York ha donato un milione di euro per avvicinare i bimbi della Big Apple all'arte. «L'ho già proposto, ma finora ho trovato solo indifferenza: io ci metto la cultura, loro i soldi e facciamo sistema, solo così possiamo trasformare la crisi in opportunità», ha aggiunto.
La sfida è lanciata. L'invito è di sedersi intorno a un tavolo per discuterne, ed è aperto a tutti. Se qualcuno come Prada e Trussardi, da anni sostiene l'arte con una fondazione, dando un vero contributo alla città, perché non dovrebbero farlo anche altri? Anche perché, si chiede Finazzer, «in quanti quadri abbiamo visto le cose che ci vendono? Molti usano la cultura per circondarsi di allure, fanno persino citazioni nei loghi. Ora mi aspetto un risarcimento per le istituzioni culturali».
E mentre le associazioni che fanno capo al Quadrilatero della moda si stanno organizzando per offrire il meglio, la Camera della Moda annuncia che da mercoledì 25 febbraio a mercoledì 4 marzo fra passerelle e presentazioni negli showroom, gli addetti ai lavori potranno vedere 231 collezioni. Ben dieci in più rispetto alla scorsa edizione. «Un segnale di incoraggiamento e di ripresa - spiega il presidente della Camera Mario Boselli -, anche perché a gennaio nella settimana maschile avevamo in calendario il 20% di collezioni in meno. Quello di gennaio, aggiunge, «era il risultato del panico diffuso dalla crisi del 2008. Ora abbiamo 10 collezioni in più, anche se altrettante Maison hanno rinunciato alla passerella e optato per la presentazione, che è la soluzione più economica». Diversi i marchi che fanno il loro ingresso nel calendario ufficiale: fra gli altri Borsalino e Carla Carini. E poi ci sono i debuttanti dell'Incubatore della Moda, progetto ideato da Comune e Camera Moda. Saranno loro ad aprire la settimana della moda.
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