Nel 2011 è successo di tutto (ma non è cambiato nulla)

Dai falsi Caravaggio al flop all’estero di Eco, dai crolli di Pompei ai voli di Volo Col contorno delle solite polemiche, i soliti "casi", le solite critiche, i Soliti idioti

Nel 2011 è successo di tutto (ma non è cambiato nulla)

Uscendo dalla penna di un romanziere, è ovvio che in nessun altro campo come in quello culturale sia vera la frase «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi». È la parola d’ordine degli intellettuali, per i quali notoriamente le rivoluzioni servono proprio a mantenere lo status quo: stesse poltrone, stesse rendite di posizione, stessi privilegi giornalistici barra accademici barra editoriali, a volte politici...
Culturalmente parlando passano gli anni, ma i volti, le parole, le polemiche - o querelle, che suona meglio - sono le stesse. O quasi. Però ogni annata, per fortuna, ci regala sempre piccole novità (?), insegnandoci qualcosa. Ecco, sfogliando l’annata 2011 delle pagine culturali dei giornali, cosa abbiamo imparato in particolare quest’anno nel vasto e impervio campo dell’Arte, Letteratura, Cinema d’autore, Filosofia&affini. Insomma, abbiamo capito che:

FABIO VOLO Per gli attenti commentatori di sinistra è uno scrittore vero e sincero, perché si esprime come i ragazzi di oggi.

I SOLITI IDIOTI Per gli attenti commentatori di sinistra sono degli attori falsi e volgari, perché si esprimono come i ragazzi di oggi.

LINGUA A dettarne le regole non è la grammatica, che è uguale per tutti. Ma l’autorevolezza di chi la usa, che è più uguale degli altri. Ad esempio: «Qual è» si scriverebbe senza apostrofo, ma se Roberto Saviano ha deciso che si scrive con l’apostrofo, è giusto così. Visto che è più autorevole degli altri. A proposito. Una domanda a Beppe Severgnini, che ha detto che così è uno scrittore più autentico: Ma va’ affanculo lo vuole l’apostrofo, o no?

L’EBOOK Non c’è niente da fare. Non decolla. Come l’anno scorso. E come il prossimo.

PIER PAOLO PASOLINI Rispetto allo scorso anno ci sono molte più certezze sulla sua morte. Abbiamo capito che: è stato ammazzato da un ragazzo di vita. Ma forse è rimasto vittima di un complotto politico (probabilmente fascista, o forse democristiano) o economico-finanziario. Dietro la sua morte c’è la mano di Cefis, o della Cia. Forse però addirittura è stata una morte cercata, un “suicidio”. Ma non si può escludere sia stata una vendetta premeditata. E se fosse una sorta di attentato? C’è chi dice che sia stata solo una lite fra omosessuali finita male. E c’è un testimone che parla di un eroinomane... Comunque sia, Pier Paolo Pasolini ci manca. Non ci sono più intellettuali come lui. Ma anche sì.

ROMANZO È morto. Era già morto gli scorsi anni. Ma quest’anno è morto definitivamente. E ha anche perso lettori.

CRITICA È morta. Anche lei era già morta gli scorsi anni. Ma quest’anno è morta definitivamente. E ha anche perso autorevolezza.

GIORGIO NAPOLITANO Adesso l’abbiamo capito. L’état, c’est moi.

LA GIOCONDA La donna misteriosa dipinta da Leonardo - forse - è Lisa Gherardini Del Giocondo. Hanno trovato la sua tomba e confrontato il Dna con quello dei suoi discendenti. Bene. E adesso?

ARTE CONTEMPORANEA Quest’anno i critici hanno scritto che è ancora più schifosa degli anni scorsi: è blasfema, volgare e banale. E poi è solo una questione di business: è il mercato che crea l’arte, come gli anni scorsi. Ma quest’anno il mercato dell’arte contemporanea ha battuto tutti i record. Quindi vuol dire fa ancora più schifo degli anni scorsi.

MAURIZIO CATTELAN Ha capito tutto, almeno rispetto alla Borsa.

UMBERTO ECO Adesso è ufficiale. Dopo Il nome della rosa ha scritto solo delle boiate pazzesche. Il Cimitero non paga.

150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA Per fortuna vengono solo una volta ogni 150 anni.

MARCHETTA È sempre esistita. Ma quest’anno la categoria si è arricchita di nuove tipologie. Ad esempio. La marchetta in contumacia, o per conto terzi: Claudia Mori che, a Che tempo che fa, pubblicizza il nuovo disco del marito Adriano Celentano, troppo in alto per scendere così in basso. Con Fabio Fazio, tutto bagnato, che annuncia eccitato: «È la prima volta che un artista manda in televisione a parlare di sé un parente!!». Speriamo sia anche l’ultima. Oppure. L’auto-marchetta: Marco Travaglio che, in un editoriale del Fatto quotidiano, per mostrare la patente di antiberlusconiano della prima ora, elenca i suoi libri pubblicati dall’editore Chiarelettere, peraltro, casualmente, azionista dello stesso Fatto quotidiano. O ancora. La marchetta aziendale: Mirella Appiotti che, sulla Stampa, in un ampio pezzo sulle uscite più importanti previste nel 2012, segnala, tra il mémoire postumo di Christopher Hitchens e il «Meridiano» di Claudio Magris, il nuovo romanzo di Massimo Gramellini (con fotina), solo accidentalmente suo vicedirettore. Slurp.

FUS (Ovvero: Fondo Unico dello Spettacolo). Era solo colpa del ministro Sandro Bondi. Adesso è tutto a posto, finalmente. «Ma i soldi per il teatro e la lirica non ci sono lo stesso!?!». «Sì, ma almeno non c’è più Bondi».

CARAVAGGIO Ci sono in giro un sacco di suoi dipinti che neanche ci immaginavamo.

PHILIP ROTH Forse l’anno buono per il Nobel è il prossimo.

NOBEL È solo un premio politico.

ANTIBERLUSCONISMO Editorialmente ha finito di rendere. Forse.

TRECCANI Il Dizionario biografico degli italiani non si finirà mai. Almeno questo è sicuro.

EINAUDI Non è più quella di una volta. Come il premio Strega, del resto. E il festival di Mantova. E il Salone del Libro di Torino. E la “prima” della Scala. E il festival di Venezia. E i film di Nanni Moretti. E i romanzi di Andrea Camilleri. E...

GIORGIO BOCCA Non era poi così cattivo come lo dipingevano. «Peggio?».

CINEMA ITALIANO I cinepanettoni saranno anche finiti. Ma se l’alternativa è Terraferma... «Sì, ma c’è stato anche Il villaggio di cartone...». «Ecco. Appunto».

BENI CULTURALI Se cade un muretto a Pompei gli attenti e imparziali commentatori di sinistra non chiedono le dimissioni del Sovrintendente, ma del ministro della Cultura, solo per caso di destra, mentre se cade un pezzo di Colosseo, gli attenti e imparziali commentatori di sinistra

non chiedono le dimissioni del ministro, che è un tecnico, ma incolpano il sindaco di Roma, solo per caso di destra. Perché? Perché la Cultura, a destra, non esiste. Sono tutti barbari, ignoranti o prezzolati. O Prezzolini.

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