«Nel 2013 tornerà il boom dell’auto»

nostro inviato a Bologna

C’è fiducia e ottimismo tra i padiglioni della Fiera di Bologna, dove ieri si è aperto il Motor Show in formato ridotto, sull’evoluzione del settore automobilistico nei prossimi anni. L’uscita dalla crisi, secondo il Centro Studi Promotor, sempre se supportata anche nel 2010 dagli incentivi alla rottamazione, dovrebbe concretizzarsi nel 2012 e nel 2013 quando il mercato crescerà, rispettivamente, del 4,76 e del 6,82 per cento. In pratica, prevede il direttore Gian Primo Quagliano, tornerà ai livelli degli anni pre crisi: 2,2 milioni di unità immatricolate nel 2012 e 2,35 milioni l’anno successivo.
Prima dell’exploit, però, ci sarà una sorta di assestamento dovuto alla conclusione degli aiuti statali. Ecco perché nel 2010, sempre grazie agli auspicati bonus, il Centro Studi Promotor stima 2,16 milioni di vendite, che scenderanno a 2,1 milioni nel 2011, «salvo - ha precisato Quagliano - nuove bufere finanziarie capaci di stravolgere i mercati mondiali». È comunque fondamentale, secondo l’analisi presentata, che il prossimo anno l’entità degli incentivi non venga ridotta. Il rischio per Quagliano, che porta come esempio quanto accaduto nel 2008 (bonus più leggeri rispetto al 2007, anno record con quasi 2,5 milioni di auto consegnate), in agguato ci sarebbe la forte caduta dell’interesse da parte dei consumatori. A questo punto lo Stato spenderebbe risorse soltanto per riconoscere le agevolazioni a chi acquisterebbe una vettura comunque. Intanto, in attesa che entro il mese il governo dia un segnale concreto sul tema incentivi («senza un intervento prevediamo che nel 2010 il mercato scenderà a 1,75 milioni di unità», osserva Eugenio Razelli, presidente dell’Anfia, associazione che rappresenta la filiera italiana dell’automotive) spuntano nuove ipotesi sull’entità degli aiuti allo studio.
Si parla, in proposito, in contrasto con le sollecitazioni di Quagliano, di incentivi ridotti (1.000 e non più 1.500 euro) e di un abbassamento anche del peso dei premi di circa il 30% per chi sceglie veicoli a Gpl o metano (le agevolazioni fino al 31 dicembre 2009 sono alte: 2.000 euro a chi opta per il Gpl e 3.500 in caso di veicolo a metano). I limiti delle emissioni di anidride carbonica legati al contributo dello Stato (130 grammi/chilometro per le auto a benzina e 140 per quelle Diesel) non dovrebbero invece essere toccati.
L’auspicio del settore è che il piano che Palazzo Chigi dovrebbe varare includa anche i veicoli Euro 2 più recenti allo scopo di favorire un rapido ricambio del parco circolante. Da parte del Centro Studi Promotor viene avanzata la richiesta di premiare anche l’acquisto di vetture usate Euro 3 ed Euro 4 mandando alla demolizione i numerosi veicoli più inquinanti che ancora viaggiano in Italia. Il comparto delle auto di seconda mano è stato messo in ginocchio proprio dagli incentivi di quest’anno. Secondo le indiscrezioni filtrate a Bologna e alla luce delle ipotesi che abbiamo raccolto, nel 2010 un piano rottamazioni leggero comporterebbe per lo Stato almeno 400-500 milioni di costi.
A conti fatti, inoltre, il saldo netto dell’esborso 2009 risulterebbe negativo per 800-900 milioni di euro.

Come compensazione, però, ci sarebbero i vari effetti indotti: benefici a livello di Pil e occupazione. «Certo è - ha commentato Tommaso Tommasi, direttore di InterAutoNews - che nel 2008 il 47% dei concessionari chiuderà i bilanci in perdita e il fenomeno delle vendite di autovetture “chilometri zero” è continuato».

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