nostro inviato a Varese
Eh no. È davvero difficile pensare che Giuseppe Sannino sia nato a Varese. E, infatti, è nato a Ottaviano, Napoli. Ma a Varese è un idolo. Soprattutto dopo che, da allenatore, ha miracolato la squadra di calcio portandola con due promozioni consecutive fino alla serie B. Per la gioia di Umberto Bossi che del Varese ha la tessera di tifoso numero uno. Miracoli dello sport, dove il federalismo ha camminato più veloce. E miracolo a Varese, dove ieri soffiava forte il vento del nord. Non solo in senso meteo, anche se le raffiche erano davvero forti. E un vecchio appassionato in tribuna, al primo lancio a campanile, inveiva: «Ma dai, palla bassa e pedala». Magari quello che anche il premier Silvio Berlusconi ha detto a Bossi nel vertice di villa Campari dellaltro giorno, per convincerlo a non andare a votare. Vento del nord perché è una Lega pigliatutto. Anche nel calcio. E la novità, tra il costume e la politica, è il primo derby di partito. Non come al solito, rossi da una parte e neri dallaltra. Qui è tutto verde Padania. Umberto Bossi almeno per una volta contro Roberto Calderoli, atalantino sfegatato. Giancarlo Giorgetti contro Daniele Belotti, ruvido bergamasco assessore regionale al territorio. Qui le gerarchie di partito non contano. Cè libertà di tifo, se non di coscienza. Il «capo» pesa quanto i colonnelli.
Lultima volta di Varese e Atalanta di fronte fu nel maggio 1984. Ventisei anni fa, secolo scorso. LAlberto da Giussano con lo spadone che castiga Roma ladrona e lampolla con lacqua del Po non erano nemmeno «in mente Bossi». Ieri il super match della serie B allo stadio Franco Ossola, mito del Torino nato calcisticamente da queste parti e morto sulla collina di Superga, valeva lintero campionato. Paura di perdere e finisce 0-0. Varese Cenerentola contenta, Atalanta blasonata e altezzosa. Anche perché il derby leghista laveva già vinto. Nella «gabina». Alle ultime elezioni regionali di primavera, in provincia ha raggiunto il 36,88 per cento, 180mila voti e Carroccio primo partito. A Varese hanno perso la sfida, ma mica scherzano con 115mila mila voti e il 29,98 per cento. E qui la Lega ha anche il sindaco, lavvocato Attilio Fontana ieri in tribuna e già in odor di ricandidatura. Al suo fianco lonorevole del Pd e varesino doc Daniele Marantelli.
Cera il suo posto con il nome, ma Bossi allultimo non è potuto arrivare. Perdendosi la curva forse più di destra che leghista e il suo bandierone tricolore che i bossiani dicono di voler usare in bagno come carta. E non certo da parati. Assente allultimo anche il ministro Roberto Maroni che tiene per i biancorossi «quasi quanto per il Milan» e che mercoledì sera era stato «assediato» e contestato ad Alzano Lombardo al «Berghem fest» dagli ultrà dellAtalanta (ieri 44 daspo contro i tifosi più riottosi). Del Varese è anche Giorgetti, il presidente della commissione Bilancio della Camera e, fino allarrivo sulla scena del «Trota» Renzo, delfino designato alla successione. Renzo che, in omaggio agli elettori che a Brescia lo hanno stravotato, si è fatto vedere su quegli spalti tradendo un po, ammesso che tradire un po si possa, il credo varesino. Mentre di dubbi non ne ha Giorgetti che gli esperti assicurano essere quello che «nella Lega ne sa più di calcio». Calcio da duri, stravede per il Southampton che va a vedere con avventurose trasferte. «Il derby con lAtalanta? Come potrei mancare - dichiara. Seguo il Varese da quando giocava in Eccellenza». E Calderoli in unintervista alla «rosea» alla vigilia non scherza: «LAtalanta ha un solo obiettivo: tornare in serie A immediatamente. E rimanerci. Il mio amico Percassi ce la farà.
Nel derby della Lega alla fine non vince nessuno
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