Nel Municipio Levante il Pdl diventa un mercato

Nel Municipio Levante il Pdl diventa un mercato

Undici voti a favore. Due dei consiglieri di maggioranza Alba Viani e Luigi Costa e nove dei consiglieri di minoranza. Dieci contrari. Quelli del resto dei consiglieri di centrodestra.
L'altra sera, nella sala del Municipio levante, il Pdl è diventato un mercato e si è spaccato. Luigi Costa ha presentato le sue dimissioni e alla prossima riunione consiliare si presenterà nel gruppo misto.
La querelle, è proprio il caso di dire da mercato, si è scatenata quando i due rappresentanti del Pdl non hanno ritirato l'ordine del giorno in cui chiedevano l'istituzione di un nuovo mercato pubblico nel levante genovese. Un progetto condiviso anche dalla sinistra e che, l'altra sera, dopo mesi di lavoro e la raccolta di circa 800 firme, era stato sottoposto al parlamentino anche con gli attestati «bipartisan» di Maurizio Moretti (Pdl) Giovanni Calisi (Pd) e Lorenzo Cantatore (Rifondazione).
«Si tratta di un'iniziativa - spiega Viani - che avevamo già sottoposto all'attenzione del consiglio, che abbiamo realizzato anche con l'intervento di un professionista e che è stato richiesto da molti cittadini. Sia il presidente Carleo, sia il capogruppo Pdl Frassinetti erano a conoscenza della nostra richiesta. Ciò nonostante l'altra sera il Pdl ha presentato un'altra idea di progetto che non si concilia con gli interessi e le aspettative della collettività, ma con le esigenze personali di singoli».
In sostanza il progetto «bipartisan» prevede l'istituzione del nuovo mercato in via del Commercio e soprattutto nella parte bassa facilmente accessibile alla popolazione. Mentre l'idea lanciata dal Pdl l'altra sera scarta quella parte, fondamentale, in cui si prevedono le bancarelle all'inizio della strada di Nervi.
«Non si capisce il perché - continua Viani - dell'improvviso voltafaccia del gruppo se non, appunto, con la necessità di compiacere esigenze personali di singoli che niente hanno a che vedere con gli interessi della gran parte dei cittadini. Spero che il Pdl, dopo questa brutta figura, ci ripensi. Così come spero non dia le dimissioni dal gruppo Luigi Costa».
«Le dimissioni le ho annunciate l'altra sera - spiega Costa - e mantengo sempre ciò che dico. Al prossimo consiglio mi presenterò nel gruppo misto. Ho sempre cercato di fare, nel possibile, il bravo soldatino di partito, ma quando si tratta di piccinerie e di cadute di stile come questa, allora non ci sto e preferisco andarmene. Voglio precisare che il progetto era stato già discusso e approvato pure dalla federazione del Pdl e quindi sotterfugi del genere non me li aspettavo e non li posso accettare».
«Anche se abbiamo votato l'ordine del giorno dei due consiglieri di maggioranza non puntiamo al ribaltone - spiega l'ex presidente Calisi - vogliamo tornare a governare vincendo le prossime elezioni e non grazie a litigi, spaccature e pastoie politiche del Pdl. Certo è che il presidente Carleo adesso sarà in difficoltà perché dovrà fare i conti, oltre che con Viani e Costa, anche con il consigliere di maggioranza Maurizio Moretti».
L'altra sera a Nervi si è discusso pure di autonomia.

La richiesta di appoggio al referendum per la «secessione» del quartiere da Genova è stata stavolta approvata dai dodici consiglieri di maggioranza e da quello di rifondazione con l'astensione degli altri otto consiglieri di minoranza.

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