Nel Padovano Madre colta da raptus uccide a coltellate il figlio di tre anni

Curtarolo (Padova) «Raptus di follia». «Depressione post parto». Si tenta di spiegare così la tragedia di ieri sera a Curtarolo, piccolo centro a 20 chilometri da Padova, dove una donna di 35 anni ha ucciso a coltellate il proprio figlio di 3. Tutto si è consumato in meno di un’ora. Erano da poco passate le 20, quando il marito della donna è uscito di casa per comprare delle pizze da consumare a cena. Al rientro, la macabra scoperta: la moglie in stato di choc che teneva sulle ginocchia in un lago di sangue il corpo del bambino e in una mano il coltello con cui l’aveva colpito. In casa, al momento dell’omicidio, anche la seconda figlia della coppia, di soli tre mesi. L’uomo ha chiamato immediatamente i carabinieri, giunti sul posto con il medico legale che non ha potuto fare altro che constatare il decesso del bambino e lo stato di confusione mentale della donna.
La donna è stata portata all’ospedale di Padova e ricoverata nel reparto di psichiatria. Il medico legale e gli inquirenti sono riusciti, dopo circa due ore e mezzo, a sollevarla dal pavimento dove si era coricata abbracciando il bimbo che aveva appena ucciso. Gli infermieri del nosocomio euganeo hanno preso il corpicino del piccolo e l’hanno adagiato su una barella coprendolo con un lenzuolo. Alessandro, questo è il nome del bambino, è stato ucciso con numerose coltellate, pare una decina. La tragedia si è consumata nella cucina della casa. La coppia vive in una casa singola, a Curtarolo, un comune che dista circa 20 km da Padova. Nel giardino sono ancora evidenti i nastri delle filande rosa che addobbano il recinto, segno della nascita di una bambina. Al rientro l’uomo, che lavora come piastrellista e ha un’azienda in proprio, si è trovato di fronte a una scena raccapricciante. Ha telefonato prima ad alcuni familiari e poi ai carabinieri che non sono ancora riusciti a interrogare né la moglie né il marito.
A questo punto non resta che la solita ridda di ipotesi, tra le quali però sembra farsi strada quella più «facile» in casi come questi. Le solite tre parole: raptus di follia. Tre parole che vorrebbero spiegare tutto, ma che in realtà non spiegano nulla. Così, nella corsa a spiegare l’inspiegabile, spuntano altre tre parole: depressione post parto. Certo è che mai quell’uomo sarebbe uscito di casa, se solo avesse avuto sentore di qualcosa di anomalo, di innaturale, di pericoloso. Insomma, un quadro domestico senza nei, senza macchie, senza zone d’ombra.


E così tutto è venuto fuori nella maniera più allucinante. Un uomo esce di casa per andare a comprare delle pizze. Poco dopo fa rientro con i cartoni ancora fumanti. E trova davanti ai suoi occhi una scena da film horror. Orribilmente reale.

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