Un reparto di pediatria tutto nuovo, con un vicino ambulatorio di «adolescentologia» e un servizio di medicina dello sport. Al Fatebenefratelli ha riaperto, dopo un anno, la divisione riservata ai più piccoli, ma per la filosofia che ispira chi ci lavora e per linsieme dei dettagli non sembra proprio un ospedale. A cominciare dallapertura ai medici di famiglia: «I pediatri possono seguire i loro pazienti durante i ricoveri, in équipe con i nostri specialisti - ha spiegato il direttore Luca Bernardo, 38 anni - non vogliamo creare inutili separazioni. La parola dordine che ci ispira è personalizzazione. Fuori dalle stanze, ci sono scritti i nomi, i bambini non sono numeri. E le mamme dormono in camera con i loro piccoli. Se il paziente fa un esame al mattino, alle due del pomeriggio gli diamo i risultati, non teniamo alloscuro i genitori. La sveglia non suona alle 6 per rispettare i ritmi dei bambini, così come la cena è alle 19 e non alle 17. Cerchiamo di limitare i ricoveri a pochi giorni: quando è chiara la diagnosi e la famiglia può continuare la terapia farmacologica a casa, preferiamo dimettere. Magari poi fissiamo più di un appuntamento per i successivi controlli».
I numeri. La struttura comprende un ambulatorio, un reparto con 30 posti letto e un pronto soccorso frequentato, in media, da 130 pazienti al giorno. Undici pediatri, presenti su tre turni 24 ore su 24, otto le specialità: endocrinologia, patologia neonatale, adolescentologia, nefrologia, sindromologia (lo studio di alcune malattie genetiche che si manifestano attraverso espressioni fisiche), allergologia, neurologia. «Per le patologie neurologiche affrontate in pronto soccorso, abbiamo colmato un vuoto in città - ha aggiunto Bernardo -. Al Fatebenefratelli cè anche il centro di riferimento regionale di Epilettologia diretto da Antonino Romeo che richiama pazienti da tutta Italia e che lavora trasversalmente con noi».
I comfort. Un ambiente «a colori» che diffonde musica rilassante: lambulatorio è un bosco, la porta di ogni stanza è incorniciata da un albero; il reparto di degenza ha sullo sfondo un oceano blu e turchese, dalle onde affiorano i delfini; la parte riservata ai lattanti assomiglia a un galeone spagnolo, ci sono un faro, un pontile e un sommergibile. «Il pittore Michele Costantini ha trasformato per noi questa fetta di ospedale gratis - ha spiegato Bernardo -. Grazie agli altri sponsor possiamo offrire servizi degni di una clinica privata: in ogni camera cè la televisione con videoregistratore e la playstation su richiesta». Lenzuola e piumini non sono bianchi, ma colorati con i personaggi di Walt Disney. La sala giochi assomiglia a una ludoteca, tanti sono gli arredi e i balocchi. Seduta a un tavolino la maestra Giuliana Colonna, che gestisce la scuola elementare distaccata, spiega: «Le insegnanti vengono chiamate a seconda delle necessità, io sono fissa. Qui i bambini possono anche sostenere gli esami».
Ladolescentologo È Marco Pandolfi, 51 anni, il responsabile dellambulatorio di Adolescentologia e sport. Specializzato alluniversità Ambrosiana di Milano, lunica scuola postuniversitaria che dà ai medici la specializzazione in «adolescentologia clinica» e «counselling», la consulenza che aiuta il paziente a tirare fuori il meglio di sé (al momento gli adolescentologi sono 150 in Italia). «La visita può essere prescritta o dal medico di base o dal pediatra - ha detto Pandolfi -. Non siamo santoni, ma medici che aiutano i ragazzi a risolvere i piccoli e grandi problemi. Un esempio? Se il paziente soffre di mal di pancia o di mal di testa ricorrente e le cause non sono fisiche (il nostro compito è appurarlo) dietro cè altro. Spesso rapporti conflittuali con uno dei due genitori o con i fidanzatini. Sono molto frequenti le preoccupazioni sullaspetto fisico, frasi come i compagni mi dicono che sono grassa le sento dire spessissimo. Lo scopo dei nostri dialoghi è quello di aiutare i ragazzi a diventare portatori di comportamenti sani». Ancora: acne, obesità, disturbi alimentari sono tutte questioni di pertinenza delladolescentologo.
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