Nella discarica abusiva ci scarica il Comune

Nella discarica abusiva ci scarica il Comune

(...) La discarica è comunale proprio perché l’area del Palazzetto è usata dal Comune per disfarsi dei propri rifiuti. Non serve dare la caccia a chissà quale misterioso inquinatore senza scrupoli. Sui rifiuti abbandonati davanti al Palazzetto che non esiste c’è la «firma» dell’amministrazione comunale di Riccò del Golfo.
I primi sospetti vengono quando, buttando l’occhio vicino a un manufatto di mattoni grezzi, si scorgono i pezzi di quello che doveva essere un «quadro svedese», un’attrezzatura da palestra molto usato nelle scuole soprattutto nei decenni passati. Il primo indizio viene subito bissato dal secondo e dal terzo, decisamente inequivocabili. Su uno spiazzo di detriti ci sono uno scivolo da bambini e le rampe smontate di una scala in ferro, con tanto di ringhiere contorte. «Esattamente il materiale che è stato dismesso negli anni scorsi dalla scuola media “Mario Sironi”, dalle elementari “Ermanno Gindoli” e dal parco giochi di Riccò del Golfo - spiega deciso il capogruppo dell’opposizione Loris Figoli, candidato che sfidò l’attuale sindaco Carlo Mazza alle amministrative del 2009 - I lavori vennero ultimati proprio alla vigilia del voto. Ora ritrovo questo materiale in quella che pare una vera e propria discarica abusiva nell’area del Palazzetto fantasma». Oltretutto, controllando bene scivolo e ringhiera, non sembravano neppure così malandati da essere buttati via. «Ora certamente sono irrecuperabili visto il modo in cui sono stati buttati via - incalza Figoli - Ma la scala della scuola, che ricordo era quella esterna di emergenza, era perfettamente a norma ed è stata tolta per costruirne una in cemento armato e marmo. Mentre l’accesso dell’istituto è sempre quello dei tempi del Duce, con la scala e la vecchia piattaforma per far salire i disabili al posto dell’ascensore. Quanto allo scivolo, anziché buttarlo via avrebbero potuto riadattarlo in una delle tante frazioni che non hanno giochi».
Fin qui il materiale «didattico» che è stato dismesso ad opera di operai comunali incaricati. Poi c’è la «chicca». Tra cattedre, detriti e vecchi pannelli con vista sul Palazzetto che (forse) verrà, c’è anche una carcassa d’auto. Una Fiat Tipo blu. Un’auto che assomiglia tanto tanto a quella che usava l’ufficio tecnico comunale di Riccò del Golfo e che da qualche anno non si vede più in giro. Che sia proprio quella? Che dell’auto scomparsa sia stato trovato il «cadavere» dal quale l’«assassino» non si è neppure preoccupato di togliere le tracce che lo potrebbero incastrare, ad esempio la targa? La risposta la va a cercare ancora una volta Loris Figoli. Il Pubblico registro automobilistico conferma i sospetti. «Il proprietario dell’auto è tuttora il Comune - incalza il capogruppo di opposizione - Nell’atto ci sono tutti i dati, codice fiscale e indirizzo dell’amministrazione compresi. C’è persino il valore commerciale dell’auto, se fosse ancora un’auto. Secondo il Pra, varrebbe 1.265 euro e 32 centesimi. Prima quell’auto era posteggiata addirittura all’interno del Palazzetto in costruzione, poi, da quando è stato fatto il parquet per il basket, è stata trasferita all’esterno e abbandonata nel prato».
Se qualcuno volesse la controprova della responsabilità del Comune, non c’è problema. È disponibile anche quella. Perché l’amministrazione di Riccò del Golfo continua regolarmente a pagare anche il bollo alla vecchia Tipo distrutta e gettata nella discarica «comunale». L’ultimo versamento dell’«autoveicolo targato GEE33662», con scadenza dicembre 2010 è stato effettuato, tanto per accontentare i pignoli, il 29 gennaio scorso alle ore 7,49 (e 56 secondi). Oltre alla questione della discarica davanti al Palazzetto di cui sicuramente si occuperanno presto le varie forze di polizia specializzate nel settore della tutela ambientale, c’è quindi anche uno spreco di denaro continuato.


«La cosa incredibile è che dopo la prima segnalazione sul Giornale è comparso il cartello di “divieto di discarica”, poi ieri, dopo la foto di quel cartello, alcuni operai hanno transennato la zona con le reti rosse - svela ancora Loris Figoli - Ma la cosa più incredibile è che a Riccò del Golfo esiste un assessore al decoro urbano e un altro alla manutenzione del patrimonio». L’obiettivo di mandato per loro sembra finora assai distante.

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