Emiliano Leonardi
Viene quasi voglia di mollare tutto e andare via. Passa persino la voglia di raccontarlo questo calcio italiano del quale restiamo innamorati nonostante le incertezze e la promiscuità, le collusioni e le indagini a tutto campo che ora dopo ora riservano sorprese più o meno attese.
Stavolta non cè neanche voglia di fare sarcasmo, allultima giornata di un campionato che per la Lazio e il Parma, almeno sul campo, ha detto tutto. Ve lo ricordate? Fino a poco fa si ironizzava sulla via lattea e sullopulenza di Cragnotti e Tanzi, e tutti sorridevano alle allusioni, anche dopo i crac finanziari dei due imprenditori finiti nel mirino della guardia di finanza uno dopo laltro. Tanto il pericolo era scampato, nonostante tutto. Bei tempi, verrebbe da scrivere, confrontandoli con lo sconquasso odierno. Ora, presi dalle indiscrezioni e dai rumor di «calciopoli», rischieremmo perfino di non sviscerare la sfida che andrà in scena fra poco, alle pendici di Monte Mario.
Ma il dovere di cronisti impone i suoi dettami, e allora «pronti, via!», a parlare di Lazio-Parma. Come se nulla fosse accaduto. Quindi, dopo lannuncio del silenzio stampa, ecco che da Formello spunta appena la lista dei ventuno convocati diramata da Delio Rossi per la partita contro i ducali, che comprende Di Canio (il quale, in non perfette condizioni fisiche, dovrebbe partire dalla panchina) e Fabio Liverani, al canto del cigno in biancoceleste dopo un lustro di alti e bassi, ma straordinariamente concluso in crescendo, con la convocazione in azzurro. Oggi illuminerà il centrocampo per lultima volta, con al fianco Zauri, il podista Behrami e lex udinese Mauri sulle fasce, mentre Oddo, Stendardo, Cribari e Belleri stazioneranno in retroguardia davanti a nonno Ballotta, che difenderà i pali della porta anche se Peruzzi è stato convocato. Lunico dubbio è legato a chi affiancherà Rocchi. Presumibilmente Tare, la cui «griffe» lhanno vista in pochi questanno. Beninteso, non per colpa sua. Perché non si possono affibbiare responsabilità allalbanese se Pandev si trasforma in campione e il trentottenne di Quarticciolo conosce la sua seconda giovinezza proprio mentre si appresta a studiare da allenatore. Lui, Paolo il caldo, ha grinta da vendere e rabbia agonistica senza eguali. Ma soprattutto, ha un attaccamento alla maglia unico. «Resterei qui anche se la Lazio giocasse nellInterregionale», è stata una delle sue ultime dichiarazioni rilasciate dopo che era stata paventata lipotesi di un declassamento del club in serie B.
Sono minime, invece, le speranze di vedere Simone Inzaghi in campo sin dal primo minuto. Chi resta a casa è proprio lattaccante macedone, stoppato da problemi muscolari, e con lui Fabio Firmani, che Delio Rossi non vuole rischiare dopo 7 mesi di stop.
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