Nella manovra interventi per 45 miliardi di euro Per Napolitano non basta: "Serve più efficacia"

L’obiettivo del governo: pareggio di bilancio nel 2013 e rapporto deficit-pil a +0,2%. Già domani il via a Palazzo Madama: testo blindato ma non si escludono altre modifiche. Appello del Quirinale: "Inserire interventi più efficaci". Dal lavoro al fisco: quante bugie sulle misure

Nella manovra interventi per 45 miliardi di euro 
Per Napolitano non basta: "Serve più efficacia"

Giovan Battista Bozzo - Antonio Signorini

La manovra da 45 miliardi di euro, varata poco prima di Ferra­gosto, sarà approvata quasi certa­mente già domani dal Senato. Ma sulle misure potrebbero esserci novità di rilievo, visto che ieri il presidente della Repubblica Gior­gio Napolitano ha chiesto alle for­ze politiche uno sforzo ulteriore per rispondere al «segnale» del dif­ferenziale tra Bund e titoli di Stato italiani. «Si è ancora in tempo per introdurre in Senato» delle «misu­re capaci di rafforzarne l’efficacia e la credibilità. Faccio appello a tutte le parti politiche perché sfor­zi rivolti a questo fine non venga­no bloccati da incomprensioni e da pregiudiziali insostenibili».

Il «lunedì nero» dei mercati ave­va indotto­tutti i gruppi parlamen­tari ad accelerare al massimo il via libera al decreto, che ha l’obietti­vo di arrivare al pareggio di bilan­cio nel 2013, come richiesto dalla Banca centrale europea. La mano­vra bis prevede interventi per cir­ca 45 miliardi, ma insieme con la precedente manovra varata dal governo a fine giugno, pari a circa 47 miliardi di euro, supera quota 90 miliardi per il prossimo trien­nio. Un intervento, per intender­ci, pari al doppio della manovra Amato del ’92.

Poche cifre per capire l’impatto dei due provvedimenti sull’anda­mento dei conti pubblici. Prima delle due manovre, il deficit 2012 era previsto al 2,7% del pil; dopo la prima manovra di giugno è sceso al 2,4%;con l’ultimo decreto in ap­provazione arriva all’1,3%. Per il 2013 l’obiettivo iniziale era di un deficit al 2,7% del pil. Dopo la pri­ma manovra il numero è sceso al­l’ 1,3%, e dopo la seconda a un avanzo dello 0,2%. Uguale pro­gressione per il 2014, da un deficit del 2% ad un avanzo dello 0,6% del prodotto lordo. A fine periodo il rapporto debito-pil dovrebbe ri­dursi al 108% contro il 120% attua­le. Le maggiori entrate fiscali sono pari a 10 miliardi nel 2012, 19 mi­liardi nel 2013 e 7,3 miliardi nel 2014. I tagli di spesa ammontano a oltre 12 miliardi nel 2012, a 7,8 mi­liardi nel 2013 e a 1,4 miliardi nel 2014.

Le ultimissime modifiche ap­provate in commissione Bilancio «salvano» dai tagli alle indennità di carica (10 sopra i 90 mila euro e 20% sopra i 150mila) gli stipendi della presidenza della Repubbli­ca e della Corte costituzionale. Non saranno più soppressi i «mi­ni-enti» economici con meno di 70 dipendenti. I proventi della vendita delle caserme andranno per una quota del 10% ai Comuni. Rinviati i tagli al Cnel.

Se

verrà ascoltato Napolitano nella manovra entreranno altre misure. Nel maggioranza sono tornati a farsi sentire i sostenitori di un intervento sulle pensioni. Ma c’è anche l’aumento dell’iva che non necessità di una legge.

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