Nella morsa di «cartelle pazze» finisce anche la figlia di Endrigo

Nel calderone delle cartelle pazze è finita pure lei, Claudia Endrigo, figlia del grande cantautore morto a Roma due anni fa. Allora il sindaco Veltroni s’era precipitato a stringerle la mano, in segno di riconoscimento dell’intera città fiera di avere accolto e ospitato il padre appena scomparso. Ma anche la gratitudine per Veltroni deve avere la memoria corta. Così quando ad agosto Claudia parte per le vacanze, la sorprende la telefonata del concessionario che qualche giorno prima le aveva venduto l’auto nuova: «La macchina che mi hai dato indietro - le dice - è sottoposta a fermo amministrativo, pignorata dal Comune. Corri a saldare tutto in contanti se no è un caos». Che cos’è successo? «Il 27 dicembre 2006 avevo ricevuto una lettera della Gerit che mi annunciava il fermo della macchina per 7mila euro di multe non pagate - racconta Claudia -. Subito ho replicato attraverso una raccomandata puntualmente recapitata a Gerit e Comune il 4 gennaio successivo, adducendo le mie ragioni. Nessuno ha replicato agli esposti, sono passati mesi e quindi io mi sono tranquillizzata. Invece ad agosto la doccia fredda». Il 14 settembre Claudia è praticamente costretta a pagare i 7mila euro per sbloccare la compravendita dell’auto e non incorrere in ulteriori guai amministrativi.

Ma la beffa arriva tre giorni dopo, il 17, quando dopo nove mesi finalmente il Comune si degna di risponderle: aveva ragione, quattro delle cartelle contestate erano ormai cadute in prescrizione e le spetta comunque uno sgravio di 1.500 euro. Troppo tardi.

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