Notte della moda, Milano si riversa nelle vie del centro, entusiasta per eventi e vetrine in edizione speciale. Il sindaco Giuliano Pisapia no, non fa nemmeno un salto. È vero che la sua è un’assenza giustificata (era alla messa di saluto del cardinale Dionigi Tettamanzi) ma un atto di presenza, quello sì, avrebbe potuto farlo. Non foss’altro per il fatto che il settore della moda è vitale per Milano: con 13 miliardi di fatturato all’anno e con 45mila addetti è una delle leve su cui sarebbe da pazzi non puntare. Perché non ci sono tagli né manovra che tengano. Per questo il mondo del fashion è rimasto deluso dall’assenza del sindaco.
Certo, tutto ciò che è modaiolo e mondano non rientra nelle corde della giunta Pisapia, più orientata a promuovere cooperative e circoli socio culturali, ma in tanti si aspettavano che il sindaco dimostrasse di essere «di tutti»: anche di quella Milano lontana da comitati arancioni e centri sociali. Pisapia invece ha preferito delegare tutta la gestione della serata all’assessore Stefano Boeri che, tra le altre, ha anche la delega alla Moda. È stato lui a passeggiare a fianco della regina di Vogue Milano Fashion night, Franca Sozzani. È stato lui, dopo la messa con Tettamanzi a cui ha partecipato con Pisapia, a fare il giro dei templi della moda: Ferretti, Monclair, Zegna, Ferragamo e dei negozi più chic di via Montenapoleone. «Per il prossimo anno - ha detto - vorrei che la manifestazione raddoppiasse, arrivando anche in zone più lontane». Ottime dichiarazioni. Ma, detta tutta, il popolo della moda avrebbe preferito sentire queste promesse dal sindaco. Insomma, la giunta Pisapia, che ovviamente non può trascurare il tema del fashion, sembra non esserne granché innamorata.
Ed ora si trova tra due fuochi: da un lato stilisti e guru del settore delle grandi firme, dall’altro le sigle amiche e i militanti della sinistra. In questo caso l’Anpi, l’associazione dei partigiani, che fa polemica sulla decisione di installare il quartier generale della moda (durante la settimana di sfilate che va dal 21 al 27 settembre) proprio nella Loggia dei Mercanti, dove c’è il sacrario dei caduti per la libertà e dei deportati milanesi scomparsi nei lager nazisti. «Non vogliamo che quel luogo venga snaturato - sbottano, offesi, i partigiani -. Una città che cancella e non rispetta il proprio passato è una città senza futuro».
«È stata una soluzione d’emergenza - si giustifica l’assessore - e non capiterà mai più».
Boeri è costretto a fare la parte del mediatore tra il Comune (e le decisioni prese dalla giunta precedente) e quelli che hanno portato il suo sindaco alla vittoria. «Quest’anno sarà impossibile installare il tendone per le sfilate in piazza Duomo - puntualizza Boeri - perché la settimana della Moda è in concomitanza con l’arrivo a Milano del cardinale Angelo Scola. Ma in futuro le cose cambieranno ed è l’ultima volta che la Loggia verrà utilizzata per la moda». L’assessore ha anche in programma un incontro con i rappresentanti dell’Anpi per cercare di proporre un’alternativa: e cioè utilizzare l’area dedicata ai caduti per la libertà per iniziative «più consone» alla sua natura.
«La Loggia - spiega - oltre che uno straordinario spazio pubblico, rappresenta un luogo unico di memoria per i caduti della Resistenza milanese e come tale va rispettato e valorizzato. nei prossimi giorni concorderemo le regole per il futuro utilizzo della Loggia e per la riqualificazione dell’intero organismo urbano composto da piazza Mercanti, palazzo della Ragione e Loggia dei mercanti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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