Nella Roma violenta ecco il reato di prostituzione

Accordo Maroni-Alemanno. Per il controllo della città, il governo mette in campo 360 uomini. Sarà vietato vendere sesso sulle strade. Secondo il sindaco servirebbero rinforzi: due-tremila agenti in più

Nella Roma violenta ecco il reato di prostituzione

Roma L’estate violenta di Roma, tra risse e omicidi, finisce in Campidoglio, dove ieri il sindaco Gianni Alemanno ha incontrato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, a cui ha chiesto uomini, regole e poteri. Tutte le misure finiranno in un Patto per Roma sicura, il terzo del genere nella capitale, che sarà predisposto dal delegato del ministro Alfredo Mantovano e firmato da Maroni nei prossimi mesi.
Tra i punti trattati da Alemanno e Maroni il più importante, anche perché potrebbe interessare altre città italiane, è l’intenzione del governo di predisporre un nuovo decreto legge che preveda il pieno recupero dei poteri di ordinanza dei sindaci, facendo tornare in auge la figura dei sindaci-sceriffi.

Nel decreto legge, che conterrà una serie di misure che permetteranno di rendere più sicure le città italiane e non solo Roma, potrebbe esserci anche una novità riguardante la prostituzione su strada che dovrebbe doventare reato.
Ma la prima richiesta contenuta nel cahiers de doléance di Alemanno è certamente quella di una maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio, lamentando il sindaco capitolino una carenza di organico che lui fotografa in «2-3 mila unità». Maroni ha promesso per i prossimi giorni un primo contingente di 360 uomini, ma conta di smobilizzare altre forze riducendo le scorte e l’impiego di agenti nelle manifestazioni, in coerenza con un «piano nazionale» che logicamente riguarderebbe soprattutto Roma.

In particolare per ciò che riguarda i cortei, Maroni pensa che «bisogna fare in modo che ci sia una regolamentazione che aiuto l’equilibrio tra rispetto del diritto a manifestare e la situazione della città con l’utilizzo delle forze dell’ordine». In questa direzione va anche l’idea lanciata da Alemanno di far pagare a chi ne usufruisce i «servizi che il Comune eroga per le manifestazioni politiche e sportive». Ipotesi per la verità piuttosto remota, così come quella di una regolamentazione generale di cortei e manifestazioni che spesso è stata invocata e studiata ma che non ha mai liberato Roma da uno dei suoi mali endemici: lla paralisi da corteo.

Altro punto caldo, quello delle gang giovanili che spadroneggiano nella capitale, dando l’idea di una città violenta a scapito delle cifre che piazzano Roma ben dietro a Parigi e Londra per numero annuo di omicidi. «A Roma - spiega Alemanno - non c’è una criminalità organizzata che controlla il territorio ma sue infiltrazioni nell’economia. Sul territorio c’è invece la crescente tendenza ad affermarsi di bande giovanili e territoriali che fanno sempre maggiore ricorso alla violenza: servirebbe una struttura specifica di contrasto non solo dal punto di vista della repressione e della prevenzione, ma anche da quello educativo-sociale».

Visto che però ieri si parlava di sicurezza, ecco emergere il progetto di creare una struttura ad hoc simile alla Digos, nata negli anni in cui il terrorismo insanguinava l’Italia. «La mia percezione - spiega ancora il sindaco capitolino - è che l’utilizzo più disinvolto di pistole e coltelli dimostrato dagli ultimi episodi accaduti a Roma possa nascere dalla volontà di queste bande di affermarsi con il tempo».

Un’altra agenzia, specializzata nel contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico della città, potrebbe secondo Alemanno nascere in coordinamento con l’agenzia per i beni confiscati alla mafia affidata al prefetto Giuseppe Caruso, che potrebbe collaborare con le realtà territoriali per sviluppare «un’intelleigence specifica».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica