da Roma
Alla stampa economica vicina alla sinistra comincia a piacere la politica economica dellex governo di centrodestra. A distanza di pochi giorni luno dallaltro sono usciti due editoriali di Giuseppe Turani e di Claudio Rinaldi, firme storiche di Repubblica e dellEspresso, dai toni simili. Entrambi ispirati dalla «tentazione» di spezzare una lancia a favore del precedente esecutivo. Nellultimo numero dello storico settimanale, Rinaldi ha fatto propria lidea lanciata da Paolo Cirino Pomicino dalle pagine del Giornale di non toccare la riforma delle pensioni varata da Roberto Maroni. Quella con lo scalone che farà aumentare letà della pensione da 57 a 60 anni nel 2008 e che il governo dellUnione vorrebbe rimpiazzare con un la volontarietà e un sistema di incentivi. Unidea «bizzarra», scrive lex direttore di Rinaldi, secondo il quale lunico modo «relativamente indolore di garantire il futuro equilibrio dei conti» è un innalzamento delletà pensionabile, come quello previsto dalla riforma del governo Berlusconi.
Turani, nel penultimo numero di Affari e Finanza si è invece concentrato sul problema del debito pubblico. Con toni ancora più drastici. Il tiro alla fune sulla cifra della Finanziaria «ha raggiunto vertici di ridicolaggine che probabilmente non hanno uguali in nessun altro paese del mondo». Uno spettacolo che spiega «perché abbiamo uno dei debiti pubblici più alti del mondo».
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