Roma

Nella tana dell’Empoli l’osservato è Pandev: non può più sbagliare

Una partita delicata: Delio Rossi rischia tutto, cambia modulo e si affida al giovane Alberto Quadri, classe 1983, che questo pomeriggio farà il trequartista

Emiliano Leonardi

Non c’è neppure il tempo di sorridere per l’abbuono concesso dall’Arbitrato a questa Lazio, spesso invischiata in fatti di cronaca giudiziaria piuttosto che in argomentazioni sportive: lo scisma fra la tifoseria e la dirigenza, il mandato di arresto per Chinaglia e il fermo dei capi della curva nord, senza dimenticare il tassello-Stefano Greco, l’ex giornalista di La7 che parlava in rappresentanza del gruppo di Riccione poi svanito nel nulla e il ciclone-calciopoli.
Stavolta annotiamo l’ennesima presenza della Finanza negli affari biancocelesti, col presidente Lotito che lancia un’Opa per acquistare tutte le azioni sul mercato e i militari che bloccano immediatamente dopo i titoli presi dall’imprenditore Mezzaroma. Sono storie, vere o presunte, di aggiotaggio e di ricapitalizzazione, strategie finanziarie più o meno lecite che condizionano le vicende di Formello. Sarà ripetitivo scriverlo, ma serve voltare pagina definitivamente, anche se appare difficile farlo in tempi brevi. Per ora chiediamo alla Lazio di cambiare registro sul campo di calcio se non vuole sprofondare nuovamente nell’anonimato senza coltivare neanche il sogno dell’ingresso in zona Uefa. Perché se è vero che gli 8 punti restituiti dalla giustizia sportiva hanno ridato al club di Formello l’esatta posizione di classifica, è altrettanto certo che i risultati degli ultimi 4 turni hanno offuscato la credibilità di questa squadra. Due pareggi e un’unica rete messa a segno, un po’ come lo scorso anno, quando fra la nona e la dodicesima giornata i laziali raccolsero lo stesso misero bottino, segnando appena una rete in più. Così fra poco dentro lo stadio «Castellani», dove la formazione di Eriksson perse lo scudetto sette anni fa, ma anche dove cominciò la rimonta della stagione 2005/2006 (2-3 griffato Dabo, Tare e Liverani), servirà escogitare contromisure ancora sconosciute, visto che l’Empoli in casa ha perfino dato dispiaceri al Palermo formato trasferta (e va aggiunto che i rosanero hanno sempre vinto lontano dal Renzo Barbera), o almeno tentare il ridimensionamento della formazione di Gigi Cagni, che continua a mantenere una posizione distanze dalla zona calda, pure se nelle ultime cinque giornate ha raccolto appena tre punti.
Spazio dunque al valore aggiunto di Delio Rossi e alla sua rifondazione, che dovrebbe concedere il gusto del debutto al ventitreenne Alberto Quadri. L’allenatore, però, non si sbilancia: «Se gioca dall’inizio? Non lo escludo. È vero, è molto giovane, ma è bravo e ci si può lavorare...».
Così cambierebbe anche l’assetto tattico, perché all’ex centrocampista del Pizzighettone, abituato ad agire dietro le punte, verrebbe affidato il compito di accorciare gli spazi fra il centrocampo e il reparto offensivo, dove al fianco dello stoico Rocchi agirà il solito Pandev, sperando che il macedone riesca a uscire dalla crisi se non vorrà tornare in panchina. A loro è affidato il compito di sfatare il tabù della produzione offensiva, che vede i laziali come gli unici nel non essere mai andati a segno nei primi tempi. Poi, il resto della formazione (la decima diversa in 10 partite di campionato) prevede la conferma di Cribari al fianco di Siviglia, con Oddo e Zauri sulle fasce e un terzetto di centrocampo formato da Mudingavy, Mutarelli e Mauri. «La crisi? - chiude Rossi -. Ma se ci sono squadre che hanno un punto più di noi e vengono esaltate...».

Arbitra il romagnolo Brighi.

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