Oltre alla partita sul decoder unico lAuthority con lavvento del digitale terrestre sta vigilando anche su altre vicende. La prima richiesta è che la Rai garantisca in tutti i modi durante la fase di passaggio al digitale la visione dei propri programmi, se serve anche utilizzando anche la piattaforma digitale di Sky.
«Siamo in una fase di passaggio e quindi bisogna assicurare che tutti i cittadini possano ricevere il segnale - ha detto il presidente dellAuthority Corrado Calabrò -. Per questo motivo fino a quando TivuSat (ossia la piattaforma satellitare creata da Rai, Mediaset e Telecom, ndr) non coprirà con il proprio segnale lintero territorio lemittente pubblica dovrà fornire i propri programmi a Sky limitandosi a criptare il minimo».
Ma lAuthority domani si troverà a dirimere anche unaltra partita, ossia quella del telecomando. Il problema si chiama Lcn, logical channel numbering, cioè lordinamento automatico dei canali: quando il decoder del digitale terrestre li sintonizza, li colloca in una lista lunghissima, che arriva fino ai numeri 800. Dgtv, lassociazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom, Frt, D-Free e Aeranti-Corallo, propone che i canali dall1 al 9 vadano tre Rai, tre Mediaset, poi La7, Mtv e lex Rete A. Ma non tutti sono daccordo e quindi ora tocca allAuthority decidere.
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