(...) con «sceneggiature» cristiane. La polemica era stata dura, aveva persino portato centinaia di persone in piazza a protestare contro una scelta inspiegabile. Questanno arrivano dati più confortanti da unanalisi compiuta dagli studi dellAssociazione «Telefono Blu», sempre attenta a usi e costumi degli italiani.
E se la buona notizia è quella che vede un incremento di circa il 10 per cento delle famiglie che hanno realizzato in casa un presepe, un dato significativo riguarda un primato tutto genovese. Perché dalla ricerca effettuata durante le feste, grazie anche ad accurati studi, risulta che quello tradizionale ligure sia il presepe meno pagano, quello che più in Italia si avvicina alla realtà storica, alla tradizione religiosa.
A Genova, seppure con uno sviluppo e una diffusione più tardivi rispetto ad altre aree italiane, la consuetudine di rappresentare la Natività va riconnessa, come altrove, alla presenza dei Gesuiti e di alcune Confraternite che esaltano il culto delle tradizioni natalizie, ma anche qui in un secondo tempo, come già a Napoli e in Sicilia, si è assistito al fenomeno del passaggio dei presepi dalle chiese alle case private aristocratiche, fino a conquistare una dopo laltra tutte le abitazioni, come avviene al giorno doggi. Per quanto complesso il presepe genovese si presenta meno ricco e vario di quello napoletano, meno «pagano» e più fedele al racconto evangelico nella rappresentazione del mistero di Betlemme; la scenografia è estremamente semplice e si sviluppa in senso orizzontale, con una singolare mancanza di profondità. A Genova inoltre non si verifica, se non con rarissime eccezioni comunque non appartenenti alla tradizione, come a Napoli e altrove, la sostituzione del manichino ligneo con quello avente teste e arti in terracotta.
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