Cronaca locale

Nelle classi lombarde 1200 disabili in più È caccia alle maestre

«In Lombardia il prossimo anno scolastico ci saranno nelle classi 1200 alunni portatori di handicap in più. Un bel problema, perché questo comporta impiegare altri 600 insegnanti di sostegno oltre a quelli già attualmente impiegati». Lo dice Giuseppe Colosio, direttore scolastico regionale, impegnato in questi giorni a far quadrare i conti con il taglio degli organici e allo stesso tempo a rispondere alla richiesta di risorse di personale proveniente dalle scuole. Un incremento così rilevante di alunni disabili rappresenta certo un problema in più da risolvere.
In verità questo fenomeno è una tendenza costante di questi anni contro ogni previsione, soprattutto da quando le regole per certificare i portatori di handicap sono cambiate anche per evitare anomali comportamenti discrezionali. Un esempio: secondo una ricerca presentata nel 2005 dalla direzione scolastica regionale a Brescia risultava che fosse impiegato un docente di sostegno ogni due alunni disabili, mentre a Pavia ne risultavano tre per quattro alunni. «Un dato evidentemente troppo contrastante – dice Renato Rovetta, il dirigente scolastico che aveva coordinato la ricerca –. Non si può dire, insomma, che i ragazzi pavesi erano più handicappati di quelli bresciani, ma forse soltanto che le certificazioni di Pavia erano fatte da persone che usavano criteri meno rigorosi di quelli usati dai colleghi bresciani. Da allora però si è trovato il rimedio per evitare eccessi di discrezionalità: ora le certificazioni sono uguali in tutta la regione. Semmai il problema non ancora risolto è quello di fare in modo che sia garantita a questi alunni svantaggiati una reale integrazione scolastica attraverso un sostegno competente».
Un problema che con l’attuale sistema di reclutamento sarà più difficile risolvere. Aumentano, infatti i disabili e di conseguenza gli insegnanti di sostegno che tuttavia saranno necessariamente precari, dato che quelli di ruolo sono tutti impiegati. Questo non significa che gli insegnanti di ruolo siano necessariamente migliori dei supplenti, ma che questi ultimi ogni anno perdono il posto e a settembre possono tornare in cattedra ma non in base alle esigenze dalla classe, ma a seconda del punteggio che hanno in graduatoria. E per i disabili questo è un vero dramma. Per un intero anno scolastico possono, infatti, essere aiutati da un insegnante che capisce cosa deve fare per integrare l’alunno assistito, ma l’anno successivo l’assegnazione dei supplenti non tiene minimamente conto del successo ottenuto. In genere si tratta ricominciare da capo.

Magari con un insegnante che ha dimostrato grande capacità di seguire un sordo chiamato ad occuparsi di un alunno cieco.

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