Nelle regioni autonome le spese sono doppie

Quattro di loro sono nate nel 1948 e una, il Friuli Venezia Giulia nel ’63, quando di federalismo fiscale nessuno parlava. Oggi che, invece, il federalismo - fiscale e non - è sulla bocca di tutti, le cinque Regioni a statuto speciale sono nell’occhio del ciclone. Perché in un ipotetico podio della spesa la medaglia d’oro andrebbe alla Valle d’Aosta, la medaglia d’argento al Trentino Alto Adige, quella di bronzo alla Sardegna (altri l’attribuiscono al Friuli Venezia Giulia, dipende dai criteri di calcolo). In media, le cinque Regioni «privilegiate» spendono 2.591 euro per abitante, sanità esclusa, contro i 790 euro della media delle Regioni a statuto ordinario: la differenza è di 1.801 euro a testa, il 228%. Se invece consideriamo la spesa totale pro capite, le Regioni a statuto speciale spendono, secondo il calcoli pubblicati dal Sole-24Ore, 4.737 euro per abitante contro i 2.630 euro delle altre: la differenza scende ma resta elevata, all’80%.
Divario molto ampio anche per quanto riguarda le entrate, tributarie e totali. Le entrate tributarie per abitante nelle cinque Regioni «speciali» ammontano a 3.525 euro contro una media di 1.891 euro nelle altre, l’86% in più. Le entrate totali ammontano a 5.428 euro pro capite nelle speciali, e 3.854 euro nelle ordinarie, il 41% in più. Un esempio eloquente? Le entrate tributarie per abitante a Bolzano, sono pari a 8.514 euro contro i 2.261 euro della Lombardia: una differenza del 277%.
La patata bollente delle cinque Regioni complica, e non poco, il dibattito sul federalismo fiscale. In quale misura parteciperanno alla partita delle spese standard e della perequazione e solidarietà? La formula di compromesso raggiunta è che lo faranno «nel rispetto dei rispettivi statuti», il che vuol dire tutto e niente. Per fare un esempio sui costi standard: le città siciliane si confronteranno solo fra di loro, o su base nazionale? Quanto poi alle entrate, anche qui la differenza fra Regioni ordinarie e speciali è notevolissima: in Trentino Alto Adige resta a casa il 90% di Iva, imposte di registro, bolli, imposte di successione e donazione, e persino dei proventi del lotto. In Val d’Aosta il 90% riguarda Irpef, Ires, boli, tabacchi eccetera. La Sardegna trattiene il 70% di Irpef e Ires, oltre al resto. In Sicilia lo statuto prevede che debba restare in casa, fra l’altro, una quota delle accise sui prodotti petroliferi estratti nell’isola anche da compagnie che hanno sede altrove. Insomma, è un bel pasticcio.
Si può dire, a ragione, che il federalismo fiscale è nato nelle cinque Regioni a statuto speciale. Ma le motivazioni erano alquanto diverse da quelle che ispirano il federalismo di oggi. Era stato deciso uno status particolare per le due grandi isole e per i territori di confine con ampie minoranze linguistiche. Non è casuale che la concessione dello Statuto speciale al Friuli venezia Giulia sia giunta quindici anni più tardi delle altre, dopo il Trattato di Osimo.
E diverso è anche il tasso di spreco che si riscontra fra le tre Regioni speciali del Nord e le due del Sud. In una recente intervista a Marcello Foa sul Giornale, il sociologo Luca Ricolfi ha ricordato che per quanto riguarda sanità, scuola, giustizia e sistema carcerario, il tasso medio di spreco nelle tre regioni speciali del Nord è molto basso, meno del 15%, mentre in Sicilia e Sardegna il tasso di spreco è superiore al 50%.
È anche vero che le cinque Regioni a statuto speciale svolgono molti compiti senza i contributi statali che caratterizzano le Regioni a statuto ordinario. Ma anche considerando tutto questo, i conti non tornano, soprattutto al Nord. Per ogni piemontese, lombardo, veneto o emiliano, Stato ed enti territoriali stanziano mediamente 14-15mila euro mentre la cifra destinata a ogni valdostano è di 23.500 euro, mentre viaggia sui 18mila in Trentino e Friuli Venezia Giulia. Il confronto più squilibrato è quello fra abitanti del Piemonte e della Val d’Aosta: questi ultimi ricevono una dota sette volte maggiore dei cugini piemontesi.

E lo stesso vale sull’altro fronte, quello delle entrate. Per ogni valdostano la Regione introita 11.110 euro, per ogni piemontese si scende a 1.985 euro. Insomma, una perequazione è necessaria: la si troverà sul tavolo del federalismo?
GBB

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