Nelle scuole tutti a lezione di minirugby

Si dice che il rugby sia una metafora della vita: non è forse vero che giorno dopo giorno si cercano di raggiungere degli obiettivi, ma che per farlo bisogna superare ostacoli, affrontare avversari, senza lasciarsi scoraggiare? E che a volte bisogna accettare la sconfitta, riconoscere la superiorità di chi ci ha battuto? Sembra il riassunto di ciò che i genitori vorrebbero insegnare ai propri figli: lealtà, rispetto degli altri, coraggio, determinazione e, perché no, qualche trucco che possa tornare buono nelle situazioni difficili.
È proprio per far tacere i pregiudizi secondo cui il rugby sarebbe uno sport violento e rendere accessibile ai bambini di ogni età le sue lezioni di vita - senza dimenticare il divertimento - che nel 2005 è nata l’Amatori rugby Milano junior (Armj), una costola dell’Amatori rugby Milano, la più antica e blasonata squadra italiana. Una società che conta circa 200 atleti, 8 dirigenti, 12 allenatori, altrettanti accompagnatori e una miriade di genitori e nonni che si prodigano in ogni occasione, che partecipa a tornei regionali, nazionali e internazionali con rappresentative dalla under 7 alla under 17.
Oltre agli allenamenti bisettimanali, la partita è il momento più atteso: nessun dubbio. La rivalità è sempre vivace, ma rispettosa dell’avversario, tanto che ogni match si apre e si chiude con saluti, strette di mano e cori collettivi. Una stima reciproca che va oltre a ruzzoloni, graffi e zuccate al punto che, qualora una squadra si presenti a ranghi incompleti, può capitare che chieda giocatori in prestito e i rivali di ieri diventino i compagni di oggi. La parola chiave è dunque integrazione: tra maschi e femmine, tra bambini e adulti, tra famiglie. Del resto è proprio questa la prima regola del minirugby: non esistono riserve, tutti, a turno, devono giocare.
Quale sport migliore allora da portare nelle scuole, soprattutto in quelle delle zone disagiate, per tenere i ragazzi lontano da strade e cattive compagnie. Sono nate così le collaborazioni con le fondazioni Exodus di don Mazzi - con la quale Armj lavora nelle scuole Tito Livio e Maria Teresa di Calcutta - e Laureus, organizzazione internazionale che avvia allo sport i ragazzi che vivono in realtà difficili. Ma i progetti non finiscono qui.

È in corso una «contrattazione» con la Libreria dello Sport per stampare e distribuire nelle scuole una simpatica guida sul minirugby, nata come opuscolo per far conoscere ai genitori milanesi le attività dell’Armj e un grande evento è in programma per maggio 2009. L’intento? Insegnare che quel che conta è il viaggio, non la meta.

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