Nelle «Storie di confine» sei reportage dall’ultimo mondo

Milano Trentacinque milioni di euro in cinque anni. Sono i fondi raccolti da Mediafriends, l’associazione costituita da Mediaset, Mondadori e Medusa, a favore di iniziative sociali in ogni parte del mondo. Da stasera, i progetti finanziati avranno uno sbocco in Tv, nel senso che saranno mostrate le opere realizzate grazie a quei soldi attraverso alcuni reportage. Firmati dal giornalista Mimmo Lombezzi, vanno in onda da stasera su Retequattro a mezzanotte e mezza sotto il titolo Storie di confine per sei martedì con replica alla domenica mattina alle 9.30. «La particolarità di questo programma - ha spiegato Claudio Brachino, direttore di Videonews, la struttura d’informazione Mediaset - è che, accanto al resoconto delle iniziative sostenute da Mediafriends, il nostro Lombezzi ha realizzato dei reportage sulla situazione del Paese o della regione in cui si è intervenuti. E ne sono risultati documentari di grande interesse, fatti con la calma e le risorse che nella maggior parte delle televisioni oggi non è più possibile». «È un giornalismo d’autore - ha aggiunto Mauro Crippa, responsabile di tutta l’informazione Mediaset - che non va a solleticare facili sentimenti, ma a raccontare con sobrietà situazioni terribili. E a dare anche una speranza».
Dunque nei sei appuntamenti si vedranno reportage da Brasile, Thailandia, Congo, Uganda, Santo Domingo e Sudan. Nel primo, in onda stasera, si parlerà per esempio dei pericoli per chi vive nella foresta pluviale dell’Amazzonia e nell’altra giungla, quella d’asfalto, molto più violenta, tra i ragazzi di strada che sniffano coca e rubano. Per aiutare i bambini che vivono alla periferia di Parintis, Mediafriends ha sostenuto il progetto del Pime per la costruzione di un reparto di pediatria. «Tra le molte persone che ho incontrato - racconta Lombezzi - mi è rimasto impresso Don Giovanni Contarin, un prete originario del Veneto, un omaccione sulla cinquantina che in Thailandia lotta contro il turismo sessuale e aiuta i malati di Aids. E, quando c’è bisogno, interviene anche con la forza, per esempio, prendendo a pugni un uomo che picchiava la moglie e non voleva lasciarla in pace».


Il direttore di Retequattro, Giuseppe Feyles, spiega le ragioni della messa in onda in terza serata. «Comunque è un orario con molti spettatori. E poi c’è la domenica mattina dove andrà in onda una versione decurtata delle immagini più dure. Si tratta di un esperimento, in futuro si potrà pensare diversamente».

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