Nemmeno il boom dell’Iva placa l’appetito di Visco

Il viceministro: «Le tasse? Una disgrazia inevitabile. Servono più controlli sui rimborsi perché ci sono ancora troppi abusi»

Gian Maria De Francesco

da Roma

«Le tasse sono una disgrazia inevitabile». Parola del viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, che ieri ha provato a convincere dottori e ragionieri commercialisti, riuniti nel primo convegno unificato, della bontà del suo operato. Le imposte, ha spiegato, sono «un vincolo ineludibile» e servono «a pagare i debiti e a dare prospettive a un Paese carente» in infrastrutture e servizi.
Certo, Visco ha soprattutto ringraziato la platea «per avermi evitato fischi e proteste», memore delle recenti contestazioni toccate ai colleghi diessini Cesare Damiano e Nicola Rossi. Ma poi ha decantato i provvedimenti finora adottati. «Abbiamo fatto - ha sottolineato - una terapia d’urto, rapida, per rimettere in moto il Paese. E qualche effetto si vede dal momento che il gettito cresce così tanto: l’Iva a ottobre ha continuato a salire del 7,5-8% con un’economia monetaria che cresce del 4 per cento». Il viceministro ha diffuso un’anticipazione che conferma l’andamento positivo dell’imposta sul valore aggiunto lo scorso mese. L’aspetto più significativo è però rappresentato dal fatto che per la prima volta un esponente del governo Prodi si è arrogato il merito dell’incremento delle entrate fiscali, un fenomeno fino all’altroieri determinato dalle politiche dell’ex ministro Giulio Tremonti.
L’alter ego di Padoa-Schioppa non si è limitato alle dichiarazioni di circostanza («Gli studi di settore sono uno strumento utilissimo») e agli appelli ai commercialisti («Chiedo la vostra collaborazione per combattere questa evasione»), ma si è spinto oltre. Nel 2007, ha annunciato, «per la prima volta dopo cinque anni non ci sarà una manovra correttiva». L’esecutivo in questi giorni sta cercando di lanciare messaggi rassicuranti e anche Visco ha partecipato in questo modo alla campagna «Tranquillizziamo il contribuente». Salvo poi ribattere, a proposito dei controlli sui rimborsi Iva introdotti dalla manovra, che «se l’imposta lorda cresce e quella netta scende, c’è il sospetto che ci siano abusi e che quel meccanismo sia diventato un bancomat ad accesso libero».


Insomma, da una parte Visco ha rivelato che «l’aspirazione massima del ministro delle Finanze è ridurre le tasse e non aumentarle», ma dall’altra ha precisato che «ciò non vuol dire necessariamente abbassare i gettiti o le singole imposte». Un pensiero che Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, ha così sintetizzato: «Più che una promessa da marinaio è il segnale del “si salvi chi può”».

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