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Il neo presidente serbo: «Srebrenica? Non fu genocidio»

«A Srebrenica non c’è stato genocidio. A Srebrenica vi è stato un grande crimine commesso da alcuni esponenti del popolo serbo, che bisogna trovare, processare e condannare», l’affermazione choc è di Nikolic, nuovo presidente serbo. La giustizia internazionale ha invece definito genocidio e crimine contro l’umanità il massacro di ottomila musulmani avvenuto a Srebrenica nel luglio 1995 ad opera delle truppe serbo-bosniache comandate dal generale Ratko Mladic, attualmente sotto processo al Tribunale dell’Aja dopo il suo arresto un anno fa in Serbia. L’ex presidente Tadic si è recato due volte a Srebrenica a rendere omaggio alle vittime di quell’eccidio, e il parlamento di Belgrado, con una decisione definita storica, condannò il massacro con una risoluzione adottata nel marzo 2009. Nè il parlamento nè Tadic hanno fatto uso del termine «genocidio» per Srebrenica, ma non lo hanno neanche negato pubblicamente, come ha fatto invece Nikolic.
Intanto almeno due soldati della Kfor, la missione della Nato in Kosovo, e quattro manifestanti serbi sono rimasti feriti nei tafferugli scoppiati ieri mattina nei pressi della settentrionale città di Zvecan. I disordini erano iniziati quando soldati della Nato avevano cercato di rimuovere blocchi stradali allestiti da residenti serbi nella regione. A quel punto i manifestanti serbi che si erano radunati intorno hanno iniziato a lanciare pietre. Secondo testimoni, i militari della Nato hanno risposto sparando pallottole di gomma. La Kfor ha fatto sapere che uno dei due soldati feriti è stato evacuato ed è in condizioni stabili.

L'Alleanza non ha rivelato la nazionalità dei militari né il modo in cui sono rimasti feriti. «Kfor condanna questo atto di violenza - ha detto il portavoce della Nato, colonnello Uwe Nowitzky - e non permetterà un'escalation della situazione. Useremo un livello di forza necessario a garantire la sicurezza».

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