Neonato in coma per le botte: arrestato il padre

da Cremona

Infastidito dal pianto ininterrotto di suo figlio, un bimbo di appena 3 mesi, lo avrebbe scosso così violentemente da provocargli lesioni gravissime alla scatola cranica. È l'accusa nei confronti di un padre, immigrato egiziano irregolare abitante a Crema (Cremona), finito ieri in carcere a una settimana dal ricovero del bimbo in condizioni disperate. Il fatto è accaduto la sera di mercoledì della scorsa settimana. Quando l'uomo, K.O. di 27 anni, si è accorto delle condizioni gravissime del bambino, ha chiamato la madre, 20enne, sua convivente che era fuori casa, e il pronto soccorso dell’ospedale maggiore di Crema. Da Crema il bimbo è stato subito portato all'Ospedale dei Bambini di Brescia, dove è ricoverato tuttora in coma profondo. La mamma, P.S., una ventiduenne italiana è accusata di concorso omissivo in maltrattamenti. La coppia vive di lavori saltuari. Non era la prima volta che il padre scuoteva il piccolo, ma mai con l'estrema violenza con cui l'avrebbe fatto una settimana fa. Quando il bimbo è giunto in ospedale aveva il rigurgito ed era cianotico. L'uomo ha detto che il bimbo dieci giorni prima si era ferito cadendo dal letto, una versione accreditata dalla stessa madre. Il fatto che la donna abbia fornito una copertura al convivente, pur sapendo che suo figlio non era caduto dal letto, potrebbe aggravarne la posizione. L'inattendibilità di questa versione ha fatto scattare l'inchiesta.

L'egiziano venerdì scorso, mentre si trovava all'ospedale di Brescia al capezzale del figlio, ha tentato di uccidersi ingerendo della candeggina, ma il detergente era allungato con acqua e l'uomo si è salvato. «Un tentato suicidio da operetta», l'ha definito il procuratore della Repubblica di Crema.

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