Curare la persona e non solo la malattia. Mettendo in campo strategie che possano salvaguardare la femminilità ed essere di aiuto alla qualità della vita delle donne colpite da tumore maligno (oltre 100mila ogni anno nel nostro Paese). Nei reparti di oncologia italiani è in atto una vera e propria svolta rosa, come sottolinea lesperienza di tre importanti centri oncologici nazionali, lIstituto europeo di oncologia di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma e lIstituto nazionale tumori di Napoli, riuniti di recente in un incontro, dedicato a tutti i fattori che contribuiscono alla qualità della vita delle donne colpite da tumore: dalle terapie farmacologiche con ridotti effetti collaterali, alla cura della propria immagine.
«A compromettere la qualità di vita delle pazienti vi sono innanzitutto gli effetti collaterali delle cure, la perdita di energia e lincapacità di condurre una vita lavorativa normale», spiega Nicoletta Colombo, direttore dellunità di ginecologia oncologica medica allo Ieo di Milano. Sul fronte farmacologico poi oggi sono disponibili trattamenti con minor effetti tossici. «La ricerca scientifica ha fatto in questi ultimi anni molti avanzamenti», sottolinea Sandro Pignata, del dipartimento uro-ginecologico dellIstituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli.
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