Nervi, l’ingegnere insiste sul suicidio

«Luca Delfino non si sottoporrà all’esame in corso di dibattimento». Lo ha detto il suo difensore, avvocato Riccardo Lamonaca, durante l’udienza del processo in corte d’Assise a Genova per l’omicidio di Luciana Biggi. «Il mio assistito - ha spiegato Lamonaca - ha già parlato ampiamente con gli inquirenti a suo tempo rendendo la sua versione dei fatti che non ha più mutato». L’avvocato si è poi opposto alla richiesta del pm Enrico Zucca di sentire alcuni testi su un episodio di violenza e molestie avvenuto nel 1998 nei confronti di una minore, quando Delfino aveva 21 anni: «Difendo Delfino per l’omicidio della Biggi. In relazione ai fatti della preistoria, mi permetto di dissentire».
E ieri in aula ha testimoniato anche Gennaro Alfano, il testimone che il giorno dopo il delitto fece una telefonata anonima ai carabinieri per dire di aver visto «Luca che, uno o due giorni prima dell’omicidio, si tolse la cintura dei pantaloni e prese a cinghiate Luciana in piazza Pallavicini».

Il pm e i carabinieri non identificarono l’autore della telefonata, ora lo chiamano come supertestimone. Quando Delfino uccise l’altra ex fidanzata, Antonella Multari, il pm disse di non aver potuto tenere in carcere né sotto controllo Delfino perché non aveva indizi abbastanza gravi contro di lui.

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