«Nessun complotto». E il Tar boccia Boatti

Niente da fare. Giuseppe Boatti, docente di progettazione urbanistica al Politecnico, uno dei padri dell’opposizione cittadina ai grattacieli, quello che - in un’intervista al quotidiano la Repubblica del 23 novembre 2007 - disse che a Milano «i palazzi crescono non dove serve, ma dove conviene», è stato sgambettato dal Tar, che ha respinto il suo ricorso contro la nomina di due colleghi a «professori di ruolo di prima fascia presso la Facoltà di Architettura e Società». Insomma, bocciato due volte. Dal rettore, e dai giudici.
Una storia vecchia di tre anni, che ora trova una fine (almeno giudiziaria). Il 4 giugno del 2008, il Politecnico indice una procedura di valutazione per «la copertura di sei posti di professorie universitario di prima fascia per la Facoltà di Archiettura e società», a cui Boatti partecipa. L’Ateneo, però, lo dichiara «non idoneo». Così, parte la guerra in tribunale. Un ricorso molto articolato - e su certi punti un po’ pretestuoso - quello dell’architetto, che contesta «l’omissione della procedurta comparativa» tra i candidati, ma anche l’«omessa verbalizzazione degli orari di inizio e di fine operazioni» in occasione di due riunioni o la «mancata verbalizzazione della data» di un’altra. Più seri il «difetto di motivazione relativamente ai giudizi espressi sui curricula», la «mancata valutazione di tutte le dieci pubblicazioni prodotte», la «mancata verifica formale della corrispondenza delle pubblicazioni dei candidati con le prescrizioni del bando», la «contraddittorietà della relazione finale e il difetto di motivazione», l’«illegittimità della clausola di bando che prescrive un unico giudizio complessivo sul curriculum scientifico e sull’eventuale prova didattica». E poi, un vero e proprio attacco a una parte della commissione incaricata di valutare le candidature, che - a detta di Boatti - avrebbe avuto «l’evidente volontà di privilegiare il dottor De Pascali». Il Motivo? «I commissari Costa, Carbonara e Marcelloni - scrive l’architetto - provenivano dalla Facoltà presso la quale il candidato De Pascali ha prestato o presta servizio».
Nelle sedici pagine di sentenza depositata ieri, ed entrando nel merito di ciascuna delle contestazioni avanzate da Boatti, il Tar liquida l’insieme delle censure come «infondate». E se al docente non sta bene la decisione presa dal Politecnico, i magistrati di via Corridoni sembrano allargare le braccia.

Perché «i giudizi - si legge nel documento - sono espressione di un potere discrezionale non sindacabile in questa sede, se non in presenza di elementi rilevabili suscettibili di palesare, ancorché in via meramente sintomatica, una distorsione nell’esercizio del potere valutativo esercitato dalla Commissione». Tradotto: in questo caso, di irregolarità contro Boatti non c’è nemmeno la minima traccia.

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