Nessun dl blocca processi: "Basta la Consulta" Il premier: "Pm come Tartaglia". Anm: "Insulti"

Smentite le voci circolate su un dl per "sospendere" i processi: la sentenza della Cassazione 133 è esecutiva. Berlusconi: "Certi pm sono peggio di Tartaglia". L'Anm: "Basta violenze"

Nessun dl blocca processi: "Basta la Consulta" 
Il premier: "Pm come Tartaglia". Anm: "Insulti"

Roma - Nessun decreto in consiglio dei ministri. Non ce n'è bisogno. La sentenza della Corte Costituzionale "è immediatamente applicativa" come spiega il ministro Elio Vito alla conferenza dei capigruppo in Senato. "Leggendo sui giornali che il governo avrebbe varato un provvedimento 'blocca processi' - ha commentato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - ho detto che invece ci vorrebbe un decreto 'blocca calunnie' perché questo fanno i giornali nei confronti dell’attività di questo governo". Il governo è anche al lavoro per riproporre l’inappellabilità delle sentenze di primo grado nella riforma della giustizia. Intanto, in commissione Giustizia è scontro aperto sul processo breve: l'opposizione abbandona i lavori.

La sospendi-processi Un decreto legge non serve perché i giudici sono già tenuti ad applicare la sentenza della Corte Costituzionale. È stato questo il ragionamento del premier, nel corso del consiglio dei ministri, per spiegare ai membri del governo la decisione di non valutare oggi il dl sospendi-processi. "La sentenza 333 della Consulta - ha spiegato Berlusconi - consente di rendere tutti i cittadini alla pari davanti alla legge". Secondo il premier, è "importante che un cittadino possa essere reimmesso nel diritto di chiedere il rito abbreviato, che invece è consentito soltanto a inizio del processo, quando nel corso dello stesso processo vi siano nuove contestazioni da parte dei pm, perchè il rito abbreviato dà diritto a uno sconto di un terzo della pena".

Legge sull'inappellabilità Berlusconi ha spiegato che il governo è deciso a riproporre la legge sull'inappellabilità delle sentenze di primo grado. "Nella riforma della giustizia a cui stiamo lavorando vorrei assicurare che riproponiamo la inappellabilità delle sentenze di primo grado - ha spiegato il capo del governo - noi riteniamo che dobbiamo ancora insistere affinchè un cittadino accusato di aver commesso un reato e giudicato innocente da un tribunale della Repubblica non debba più essere richiamato in appello con un processo di Cassazione". "Perché - ha proseguito il presidente del Consiglio - i pm lo fanno sempre di ricorrere in Appello anche soltanto per il puntiglio di far vedere che il loro teorema accusatorio era valido, o magari per una antipatia personale o per un pregiudizio politico. Per il cittadino invece è la tragedia, sia per lui che per i suoi cari".

Processo breve torna in commissione E il ddl sul processo breve torna in commissione per un approfondimento, come richiesto dall’opposizione per poter valutare il maxi emendamento presentato ieri dalla maggioranza. Il provvedimento sarà votato in aula la prossima settimana. Per Belisario (Idv) si tratta di una vittoria delle opposizioni. "Il buon senso e la compattezza delle opposizioni - ha spiegato il presidente dei senatori dipietristi - hanno prevalso e gli emendamenti del relatore sul processo breve saranno esaminati dalla commissione di merito. Abbiamo calendarizzato il provvedimento - ha concluso - che dovrebbe essere votato in aula la prossima settimana". Belisario ha infine ironizzato sull’ipotesi del decreto sospendi-processi, tramontata dopo l’annuncio fatto dal ministro Vito in conferenza. "Era un provvedimento 'ad libertatem suam'", ha detto Belisario.

Lo scontro in commissione Dura la posizione dell'opposizione che accusa il governo di aver attuato una "clamorosa retromarcia" sul processo breve. E' scontro aperto in commissione, dove i democratici e i dipietristi hanno deciso di non partecipare ai lavori. "Non è possibile andare avanti ancora con trucchi e trucchetti - ha denunciato la capogruppo Pd in commissione Giustizia Silvia Della Monica - il Pd ha abbandonato i lavori della commissione Giustizia perché la maggioranza, in palese violazione del regolamento del Senato, ha impedito alla commissione Giustizia di svolgere le proprie funzioni". Anche il capogruppo Idv in commissione, Luigi Li Gotti, ha accusato: "Questa fase di ’pensatoiò affidata alla commissione è totalmente inutile poichè la maggioranza pur essendo consapevole delle profonde lacune del provvedimento non può assolutamente fare marcia indietro per ordini superiori".

I tempi Il voto finale del Senato sul ddl per il processo breve è previsto tra un settimana, per mercoledì 20 alle 13,30. Dalle 12 di quel giorno, quindi, cominceranno le dichiarazioni di voto in diretta tv. Lo ha comunicato il presidente del Senato, Renato Schifani, sospendendo la seduta di questa mattina. Il nuovo iter del processo breve prevede quindi discussione generale e pregiudiziali oggi dalle 17 alle 21 e domani mattina dalle 9,30 alle 13. Poi, di nuovo in aula martedì 19 dalle 11 alle 13,30 e dalle 16 alle 21. Ultimo atto, la mattina di mercoledì 20.

Gli attacchi al premier "Mi attaccano sul piano politico e, lo vedete, sul piano giudiziario le aggressioni sono parificabili a quelle di piazza del Duomo, se non peggio". Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il premier ha spiegato che è "importante che tutti i cittadini siano alla pari di fronte alla legge". "Ancora siamo considerati dagli altri politici come degli usurpatori - ha continuato Berlusconi - per questo ci portano degli attacchi sul piano politico, e sul piano giudiziario non parliamone, con aggressioni parificabili a quelle di piazza del Duomo se non peggiori". Il presidente del Consiglio ha aggiunto che gli attacchi riguardano anche "la persona con quel character assassination che è stato messo in campo" e sul "piano patrimoniale", "non gli resta che attaccarmi sul piano fisico come hanno cominciato a fare, ma non prevalebunt".

La replica dell'Anm "Ancora una volta assistiamo a gravi insulti rivolti dal capo del Governo nei confronti dell’istituzione giudiziaria la cui legittima e doverosa attività viene oggi paragonata a comportamenti illeciti e violenti". Con queste parole i vertici dell’Associazione nazionale magistrati hanno replicato in serata alle parole del premier. "E' inaccettabile - hanno detto il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini - che la discussione sui temi delicati della giustizia debba continuare con questi toni in un clima di violenza verbale e di aggressione".

Mancino: "Serviva lodo costituzionale" "Ho sempre detto che ci voleva una copertura costituzionale. Hanno avuto fretta e oggi si trovano di fronte a una molteplicità di proposte". Così il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha risposto a chi gli chiedeva cosa ne pensasse dell’ipotesi di un decreto legge blocca processi. E alla domanda se sia comunque meglio questo decreto legge piuttosto che il ddl sul processo breve, Mancino ha replicato: "Sarebbe meglio non approvare il processo breve".

A proposito dei pareri del Csm sui provvedimenti che riguardano la giustizia, Mancino ha sottolineato: "Noi non siamo la terza Camera; possiamo solo esprimere opinioni, che però, non sono state colte quando si poteva".

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