Roma

Nessuna fila o quasi: la cultura è andata in bianco

Daniele Petraroli

A dispetto delle previsioni del Campidoglio, la cultura non è stata la regina della Notte Bianca. La maggior parte dei musei erano gratuiti o a ingresso ridotto, eppure delle file nessuna traccia o quasi. Appena sette minuti per entrare ai Mercati Traianei, cinque per l’Ara Pacis, nemmeno uno per la Galleria Borghese, dove però la prenotazione era obbligatoria. Stessa scena a piazza del Popolo dove è andata deserta (forse anche per i 4 euro di biglietto) la mostra di Leonardo. Parziale eccezione soltanto l’attrattiva principale della serata, l’esposizione al Vittoriano della Coppa del Mondo. Ma anche qui un’ora di coda nel peggiore dei casi per vedere il trofeo. «Siamo arrivati alle 23 - racconta Pasquale, moglie e figlia al seguito, intorno a mezzanotte -. In fondo è poca cosa per un’occasione come questa». Si contavano sulla punta delle dita, nonostante la fila fosse unica, quelli che hanno scelto di soffermarsi sulla mostra su Corto Maltese. Unica eccezione Salvatore: «La Coppa del Mondo? Non mi interessa e non la vedrò nemmeno dopo, sono qui per Pratt che ho conosciuto grazie a mio padre. Avrei fatto anche l’alba per vederlo».
Nelle vicinanze di piazza Venezia c’era ben poco. Chiuse le Scuderie del Quirinale, l’esposizione sulla civiltà cinese comincerà il 22, e palazzo Ruspoli, per Klee bisognerà aspettare ottobre. Ma a testimoniare la «pigrizia culturale» di sabato notte è stata soprattutto la nuova Ara Pacis di Meier. Il risparmio di quasi 7 euro di biglietto non è bastato per richiamare in massa turisti e romani. «Sto aspettando da appena cinque minuti - dice sorridendo Lorella, la prima della fila, quasi incredula di avercela fatta in così poco tempo -. Mi ero preparata al peggio».
Pubblico ancor più d’élite alla Farnesina dove visite guidate ogni venti minuti sono bastate ad accontentare tutti. «Per chi è appassionato vale la pena - dicono in coro Eleonora, Vito e Pasquale, studenti di Giurisprudenza a Tor Vergata -. A noi però interessava di più la parte “politica” dell’edificio, invece abbiamo visto solo una collezione d’arte. Poca gente? Effettivamente è vero. Forse questo evento è stato poco pubblicizzato». Stessa musica al museo Napoleonico a piazza di ponte Umberto I, dove verso le 3 ad attendere erano non più di 5 persone. Successo a metà per la «Notte delle meraviglie» all’Accademia delle belle arti. A un concerto affollato ha fatto da contraltare un’esposizione un po’ trascurata dai presenti. Nessuno, addirittura, e cancelli sbarrati alla galleria Borghese che ha chiuso i battenti prima del tempo. «Siamo venuti a piedi da piazza di Spagna - si lamenta Alessia, 52 anni in compagnia del marito -.

È l’una e mezza, pensavamo di trovare ancora aperto».

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