Nessuna traccia di Ali Agca, il giallo continua

Le tv turche: non è sparito, bensì infastidito dai giornalisti. Ma il suo legale annuncia che non si presenterà in polizia

da Istanbul
Non era scomparso. E nemmeno ha cercato di fuggire. Ali Agca, uscito appena tre giorni fa dal carcere di Kartal a Istanbul, non si è presentato al commissariato di Çamçesme, nella parte asiatica della megapoli turca, per firmare perché infastidito dalla presenza dei giornalisti. L’obbligo della firma gli era stato imposto al momento della scarcerazione. Questa la versione che rimbalza sui media turchi, secondo i quali l’avvocato di Agca avrebbe chiamato le autorità militari per avvertire che il suo assistito non ha intenzione di recarsi a firmare con gli obbiettivi e le telecamere puntati su di lui. Secondo la Cnn turca, invece, a telefonare e a dire «imzalaya gelmiyorum (non vengo a firmare)» sarebbe stato l'ex Lupo grigio in persona.
Ma le novità non sono finite. Ieri sera, infatti, Mustafa Demirbag, inossidabile legale dell’ex terrorista, ha dichiarato che Agca potrebbe non presentarsi anche nei prossimi giorni. E questa volta non per la presenza di giornalisti o fotografi troppo invadenti, ma perché «non è tenuto a farlo». Un nuovo colpo di scena che rischia di gettare benzina sul fuoco di una questione già rovente.
Ali Agca, oltre ad avere attentato alla vita di Giovanni Paolo II nel 1981, uccise nel 1979 Abdi Ipekci, direttore del quotidiano Milliyet e considerato uno dei padri del giornalismo turco. La sua liberazione anticipata, accompagnata da uno stuolo di polemiche, anche da parte delle autorità politiche come il ministro della Giustizia Cemil Çiçek, ha aperto un vero e proprio caso politico e spaccato in due il Paese. Se da una parte (molto consistente) c’é la Turchia dei giornali e della gente comune che considera Agca ancora pericoloso, dall’altra ci sono le centinaia di militanti di ultra destra (più del previsto) che tre giorni fa hanno lanciato fiori davanti al carcere e che ieri hanno aspettato invano l’ex Lupo grigio per applaudirlo fuori dal commissariato di Çamçesme. Una brutta situazione per Çiçek, che nei giorni scorsi aveva fatto sapere di voler ricorrere in Cassazione contro la liberazione anticipata di Agca.
Alcuni giornali di opposizione hanno riportato una delle prime dichiarazioni di Agca da uomo libero. Il terrorista avrebbe detto che la Turchia è cambiata molto ma che è ancora troppo piena di comunisti. Una frase che, se riportata in maniera corretta, contrasta con quello detto dal suo legale il giorno della liberazione, ossia che Agca avrebbe lavorato solo per la democrazia.

E mentre i giornali turchi prendono atto del fatto che ormai Agca fa quello che vuole, quale piega prenderà la faccenda ancora non è dato sapere. Per il momento si sa solo che se domani mattina l’ex terrorista non si presenterà per la firma, le autorità militari potranno chiedere che venga emesso un ordine arresto per diserzione.

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