La nevicata da record paralizza treni, aerei e processo Parmalat

Questa volta le previsioni del tempo ci hanno azzeccato anche nell’ora. Per esempio, avevano previsto neve dalle due del pomeriggio di ieri a Milano e così è stato. Anche l’ondata di freddo che sta congelando l’Europa era stata annunciata. Ma nessuno aveva previsto gli eccessi. Come i – 33 gradi in Germania oppure le ottanta persone vittime del maltempo in tutto il vecchio continente. Anche in Italia la situazione è pesantissima. Nevica un po’ dappertutto e sembra che al Nord fioccherà anche oggi senza interruzioni. Tanto che le scuole sono chiuse, con un giorno di anticipo rispetto al calendario natalizio. Ma l’ondata di gelo provoca inevitabili disagi e le relative polemiche. Le ricadute peggiori sui treni, ma anche gli aeroporti sono in difficoltà. Meglio le autostrade, pulite nonostante i 1.000 chilometri innevati.
La neve e il freddo però, hanno favorito Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat. L’ultima udienza dell’anno a Parma è stata cancellata per la rottura dell’impianto di riscaldamento: in tribunale il termometro segnava -1.
Tanzi a parte, vediamo com’è andata la giornata polare nel nostro Paese. A cominciare dai treni.
Caos Ferrovie
Ieri sono stati cancellati, fino a metà pomeriggio, circa 350 treni. Nel Nord-Est ritardi rilevanti per i treni regionali: la linea Venezia-Trieste quella più colpita. Le proteste dei pendolari ormai non si contano. Ma l’amministratore delegato del gruppo Fs Mauro Moretti si è difeso sostenendo che «l'Italia è l'unico Paese europeo a non avere treni fermi». Poi ha snocciolato i numeri. La punta delle soppressioni di treni è stata ieri del 20% in Friuli, a causa delle temperature polari, seguito da Emilia-Romagna col 10% e Veneto col 6%. Una situazione simile, ha ricordato Moretti, «si è avuta nel gennaio dell’85 e nel febbraio dell’86, quando ci fu il blocco della rete nazionale e delle principali stazioni, mentre oggi non c’è stata la chiusura di alcun impianto». Però nel pomeriggio il ghiaccio sui binari ha bloccato pure la stazione Centrale di Milano. Un inconveniente che Trenitalia ha liquidato definendolo un rallentamento e non un’interruzione totale. E aggiungendo che, trattandosi di cause di forza maggiore, non ci saranno rimborsi. Ma anche diversi treni a lunga percorrenza hanno accumulato ritardi fino a 5 ore. In particolare i convogli diretti verso Milano. Anche i Frecciarossa non sono passati indenni ai ritardi scatenando le ire dei passeggeri. Se la sono passata peggio i 600 costretti a trascorrere la nottata all'addiaccio alla Stazione Termini. Senza coperte, peggio che i clochard aspettando un treno per Genova mai partito.
Aeroporti in affanno
Critica la situazione ma meno drammatica rispetto ai treni. L’aeroporto di Verona ha chiuso nel tardo pomeriggio, mentre diverse ore di ritardo sono state accumulate da alcuni voli in partenza dagli aeroporti italiani, primo fra tutti Linate, e diretti nel resto d'Europa. A Fiumicino, risultano sconvolti in particolare i collegamenti con gli Stati Uniti e con Francia e Spagna.
Autostrade al rallenty
Meno drammatica la situazione sulle strade, anche se pure per gli automobilisti non sono mancati i disagi. Sull'autostrada della Cisa, la Parma-La Spezia, dalle 12 di ieri è vietato il transito dei veicoli pesanti, mentre i veicoli leggeri transitano con catene che saranno obbligatorie anche oggi in tutto il Nord.
Bertolaso rassicura
Ma il capo della Protezione civile non si spaventa per un po’ di neve. Così, si infila i panni del pompiere e spegne le polemiche con una efficace considerazione: «La situazione è critica, ma il Paese non è nel caos. Dieci o quindici anni fa, in un momento simile, il Paese si sarebbe bloccato. Quella di ieri è stata una giornata difficile, ma Parigi o Londra sono completamente paralizzate. In Italia malgrado i ritardi, ogni grande città è raggiungibile».
Terremotati al sicuro
E per restare sull’ottimismo, c’è da dire che tutti gli sfollati guarderanno la neve dalle finestre.

Le tendopoli non esistono più e i terremotati sono stati sistemati nel seguente modo: 11.500 nelle nuove case, 1.250 casette prefabbricate. 9.340 in albergo e 1.400 ospitati in due caserme. Dove dormivano le delegazioni dell’ultimo summit G8.

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