New York - Colpo di scena il giorno dopo la strage. Il leader dei talebani pakistani, Baitullah Mehsud ha rivendicato la sparatoria che ha causato la morte di 13 persone. "Erano miei uomini" ha detto il fantomatico capo talebano in collegamento telefonico con l’agenzia Reuters da una località sconosciuta. "Gliel’ho ordinato come reazione agli attacchi dei droni (gli aerei senza pilota) statunitensi". La rivendicazione contrasta con l’inchiesta: fino ad ora le autorità americane avevano detto che il folle aggressore era un immigrato vietnamita che ha sparato dopo il licenziamento dall'Ibm. Ad alimentare gli iniziali dubbi sulla dinamica era stata la vista, da parte dei testimoni, di due persone in apparenza asiatiche portate via in manette dalla polizia, che però ha poi chiarito che non erano coinvolte nella sparatoria e che Voong, da poco licenziato dall’Ibm, risultava aver agito da solo.
Chi è Mehsud La notizia della rivendicazione di Baitullah Mehsud sulla strage di ieri negli Stati Uniti sta rimbalzando su tutti i media pachistani e indiani. Baitullah Mehsud è il capo talebano, ritenuto molto vicino ad al Qaeda, e che ha rivendicato l’attentato alla scuola di polizia di Lahore della settimana scorsa. È sospettato di essere il mandante dell’attentato costato la vita alla premier pachistana Benazir Buttho e l’autore di decine di attentati contro le forze della Nato in Afghanistan. A lui è stato fra l’altro attribuito l’attacco di un kamikaze suicida il 26 marzo in un ristorante di Jandola che ha causato 12 morti. Nato all’inizio degli anni ’70, è emerso come leader tribale di primo piano nel 2004 alla morte di Nek Mohammad. In una cerimonia a cui assistettero cinque prominenti leader talebani, fra cui Mullah Dadullah, Baitullah è stato nominato governatore per conto del Mullah Omar in una importante regione del Waziristan meridionale.
L'Fbi non ci crede Secondo la polizia federale americana (Fbi) non ci sarebbero legami fra l’uomo che ieri ha massacrato 13 persone in una sparatoria nello Stato di New York e i talebani del Pakistan, che oggi hanno rivendicato la strage. Lo ha riferito un alto responsabile della Casa Bianca da Strasburgo, dove si è tenuto il vertice dell’Alleanza atlantica. "L’Fbi non ha trovato alcuna prova che colleghi l’autore dell’attacco di ieri nello Stato di New York a dei terroristi" ha riferito la fonte.
La strage Una carneficina, che ha colpito un centro di servizi per l’immigrazione di Binghamton, comunità dello stato di New York, e che si è conclusa con un bilancio, fornito dal capo della polizia, che conta 14 morti, incluso l’omicida, e il ferimento di circa 26 persone. "Questo è un giorno tragico per New York" ha commentato il governatore dello stato, David Paterson. Il numero delle vittime potrebbe salire, visto che alcuni feriti sono in condizioni critiche. Intanto, tutti gli ostaggi che erano stati trattenuti nell’edificio sono stati rilasciati.
L'assalto La tragedia è iniziata alle 10.30 ora di New York, le 16.30 in Italia, quando un uomo armato di origini asiatiche è entrato nell’Americ Civic Association. L’uomo, poi identificato come Jiverly Voong, o Linh Phat Voong di 41 anni, ha bloccato la porta posteriore dell’edificio con una macchina, ed è entrato poi nel centro dall’ingresso principale, iniziando a sparare e prendendo in ostaggio 41 persone circa. Il bilancio, inizialmente di quattro vittime, è salito drammaticamente nel corso dei minuti. Immediato l’arrivo delle forze dell’ordine, con l’Fbi che ha inviato alcuni uomini per trattare la liberazione degli ostaggi con il killer. Sul luogo sono stati mandati anche gli agenti federali del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Esplosives, ovvero dell’agenzia specializzata nella prevenzione e nelle indagini dell’utilizzo illegale di prodotti a base di alcol, tabacco, armi ed esplosivi.
Il licenziamento Voong indossava una giacca color verde chiaro e portava con sé anche un coltello da caccia. Secondo le prime indagini, da non molto sarebbe stato allontanato dall’Ibm di Johnson City.
Il presidente americano Barack Obama si è detto sconvolto e rattristato per la nuova strage compiuta da un killer scatenato negli Stati Uniti, definendo "un atto di violenza insensata" i fatti di Binghamto. Obama, che si trova a Baden Baden, in Germania, ha detto che lui e la first lady Michelle "pregano per le vittime, le famiglie e la popolazione di Binghamton".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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