Giro d'Italia

Nibali: "Datemi fiducia e vincerò pure il Giro"

Parla il trionfatore alla Vuelta di Spagna nel 2010: "Punto alla corsa rosa. Quest’anno sarà quella dell’Unità e per me siciliano...". Il maestro: "Imparo tutto da Basso, tranne che in discesa. Lui è un disastro". Il papà: "Quella volta che segò in 3 pezzi la mia bici"

Nibali: "Datemi fiducia 
e vincerò pure il Giro"

Ripetersi. Questo è quello che ripete da giorni e ripeterà questa sera in occasione della presentazione ufficiale a Milano della Liquigas. «Quello che chiedo a questa stagione è una conferma di quanto di buono ho fatto nel 2010. Ripetersi non è mai facile, ma per me è un imperativo categorico. Ripetermi per confermarmi ai vertici del ciclismo mondiale: dopo la Vuelta voglio il Giro».

Pochi concetti ma chiari. Vincenzo Nibali è così, un personaggio antico che proiettato in un mondo sotto i riflettori, lo fa diventare suo malgrado personaggio. È la grande speranza del ciclismo italiano cresciuta all’ombra di Ivan Basso, il campione varesino che in attesa di diventare papà per la terza volta (il parto di Micaela è previsto per giovedì mattina, ndr), ha in testa più la Francia dell’Italia: quindi via libera per il suo delfino. «Da Ivan ho imparato molto, soprattutto sotto l’aspetto comportamentale e tattico ­ spiega lo Squalo dello Stretto, vincitore nel 2010 della Vuelta e terzo al Giro -. Da lui sto imparando la gestione della squadra: Ivan è un grande campione, e io sento di poterlo diventare. Cosa insegno io a lui? Ad andare in discesa. Vederlo andare giù da dietro è una tragedia», dice sogghignando.

Niente vacanze esotiche, niente viaggi tropicali alla ricerca di sole e mare caldo. «Mi sono concesso riposo e casa. Prima in Toscana, dove in pratica vivo da dieci anni e sono stato adottato dalla comunità di Mastromarco (provincia di Pistoia). Poi a Messina, a casa di papà e mamma, con mio fratello e mia sorella. Dopo dieci mesi in giro per il mondo, appena posso io me ne sto volentieri rintanato a casa», dice. «Ho due famiglie ­ la mia e quella dei Franceschi in Toscana - e la cosa mi fa piacere come poche altre cose al mondo ­ spiega il siciliano della Liquigas -. Vengo da una famiglia unitissima e di sani principi. Come ero da ragazzino? Un vero monello e, come tale, l’incubo di tutti. Un giorno tornai da scuola con un brutto voto perché litigavo con i miei compagni: per punirmi, papà Salvatore mi segò la bicicletta in tre. Ero così disperato che piansi fino a non aver più lacrime. Mi chiusi in me stesso: feci lo sciopero della fame, della sete e anche della parola. Alla fine papà si commosse e mi rimise assieme i pezzi della bicicletta».

Vincenzo Nibali è ancora questo: tutto bicicletta e famiglia. Niente tatuaggi, orecchini o piercing. A 26 anni compiuti lo scorso mese di novembre e dopo una stagione da incorniciare, Nibali si presenta al nuovo anno con una nuova consapevolezza. «In questi anni sono cresciuto senza pressioni e ossessioni ­ dice -. La Liquigas di patron Paolo Dal Lago mi ha fatto maturare senza fretta, in tutta calma. Oggi sento di avere gli strumenti per poter progredire ulteriormente. Sono lì, con i migliori corridori del mondo e so di poter recitare un ruolo da protagonista». Il salto di qualità più importante l’anno scorso, quando è salito sul podio di un Giro che nemmeno doveva correre e ha sbancato la concorrenza al Giro di Spagna, vent’anni dopo Marco Giovanetti. «Il mio grande obiettivo è chiaramente il Giro d’Italia. Quest’anno sarà il Giro dell’Unità d’Italia e mi piacerebbe poter essere il simbolo della corsa rosa: io siciliano di Toscana. Il tracciato mi piace tantissimo. È un Giro durissimo, uno dei più duri degli ultimi anni e passerà anche dalla mia Sicilia. In più partirà dal Piemonte, dove l’anno scorso vestii per la prima volta la maglia rosa». Sereno, tranquillo e determinato Vincenzo. «Alle stelle chiedo solo una cosa: di non essere una meteora».

Vincenzo sa che lo attendono in molti al varco, ma il primo ad attendersi molto è proprio lui: «Io sono il primo ad essere ambizioso e mai appagato. Io quest’anno vado alla ricerca di qualcosa di nuovo. Nel 2010 ho lasciato il segno? Anche quest’anno dovrò essere altrettanto bravo».

Il 2011 sarà un anno rosa, e non solo per i sogni di Giro: «Ho conosciuto una ragazza bellissima e qualcosa di bello sta nascendo. Non voglio dire di più, perché porta male. Ma vorrei tanto trovare l’anima gemella: così la finirete di chiedermi se sono single. Lo so, poi comincerete a chiedermi a quando il matrimonio e dopo a quando l’erede? Io vado avanti per la mia strada, un passo per volta, con calma e serenità: senza fretta. Sono un corridore che ama le corse a tappe e nella vita non fa mai le cose di fretta. Questo sono io».

Questo è Vincenzo Nibali.

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