Nick The Nightfly, il gran deejay che ha scoperto Conte e Morrison

Un lungo viaggio attraverso le varie fasi della musica jazz: «Cantando mi metto in gioco»

Antonio Lodetti

È l’anello di congiunzione tra Blue Note, Radio Montecarlo, il jazz e i suoni più sofisticati e di tendenza. Parliamo di Nick The Nightfly, deejay (da anni ci tiene compagnia la notte con i nuovi suoni - dal blues al nu jazz -), scopritore di talenti (ha lanciato il chitarrista Nicola Conte ed è stato uno dei primi a «puntare» la nuova stella soul James Morrison e la cantante Ayo) e autore di compilation che hanno successo perché uniscono la qualità e le atmosfere ammiccanti da locale notturno (l’ultimo triplo 10th Anniversary è un cocktail che spazia dai Gothan Project a Giovanni Allevi). Questo Nick sembra una forza della natura, diranno quelli che non lo conoscono. Semplicemente è uno che ama la buona musica e la vive anche in prima persona come cantante.
Venerdì e sabato infatti si esibirà al Blue Note (due set per sera come è consuetudine del club) con la Monte Carlo Nights Orchestra diretta da un vecchio leone come Gabriele Comeglio, con cui due anni fa ha inciso un disco dal vivo (naturalmente al Blue Note) rileggendo classici di jazz e dintorni da Rodgers & Hart a Duke Ellington. Prima Nick ha registrato Don’t Forget e ora sta preparando un nuovo album che - assicura - «sarà una sorpresa e visiterà vari generi e stili».
Intanto si prepara ai quattro show di venerdì e sabato e, da entertainment che ama stupire, porta sul palco un repertorio quasi interamente nuovo. «Farò un viaggio significativamente intitolato From Blues To Bop, attraversando varie fasi della musica jazz. Canterò alcuni blues e poi proporremo arrangiamenti piuttosto groove di classici di Horace Silver come Song For My Father e Senor Blues o di Cannonball Adderley come The Work Song. Pezzi affascinanti ma di presa immediata che, con i sapienti arrangiamenti di Comeglio, avranno il sapore del soul jazz e dello swing. Naturalmente non dimenticheremo Ellington e le ballad di Ray Charles».
Ma Nick preferisce fare il deejay o il cantante? «Cantando mi metto in gioco in prima persona, confrontandomi con gli standard ma anche con mie composizioni originali. L’orchestra funziona bene e spesso ci divertiamo con ospiti come Sarah Jane Morris, Paolo Fresu, Nicki Niccolai, Amalia Gré, Dulce Pontes. Una volta mi sono esibito anche con Pat Metheny».
Il suo segreto? «Interpretare la musica come veicolo per trasmettere emozioni.

Se un brano colpisce me, colpirà anche il mio pubblico». E il rock lo snobba proprio? «Lo amo ma il mio genere è diverso. A 15 anni suonavo alla chitarra i pezzi dei Led Zeppelin e impazzivo per il blues dei Free. Poi il jazz mi ha stregato con la sua poesia».

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