Niente arbitro per risolvere i casi di licenziamento

La commissione Lavoro ha dato il via libera alla nuova versione del ddl lavoro, rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tra le modifiche introdotte, una in particolare ha risposto alle preoccupazioni del capo dello Stato: la clausola compromissoria sull’arbitrato «non può riguardare controversie relative alla risoluzione del contratto di lavoro». Inoltre, la clausola sull’arbitrato potrà essere sottoscritta solo terminato il periodo di prova e non al momento della firma del contratto. E in ogni caso, si potrà sempre ricorrere al tribunale. Il provvedimento andrà in aula mercoledì prossimo, 28 aprile, mentre la commissione e tornerà a riunirsi il 27 per votare il mandato al relatore a riferire in aula e riceverà i pareri delle altre commissioni interessate.
Le correzioni sono arrivate attraverso emendamenti del relatore Giuliano Cazzola e di maggioranza. Del relatore è la firma su un altro emendamento che ha ridotto in parte i poteri di surroga del ministro del Lavoro sull’applicazione della clausola compromissoria. Se non si dovesse arrivare a un’intesa con i sindacati, il ministro «individua in via sperimentale, con proprio decreto», tenuto conto dei risultati del confronto, «le modalità di attuazione» della norma.
Modifiche anche all’articolo 30 del ddl Lavoro che esclude che nel valutare le motivazioni poste a base del licenziamento, il giudice debba tenere conto «delle fondamentali regole del vivere civile e dell’oggettivo interesse dell’organizzazione».

Resta invece il riferimento alle tipizzazioni di giusta causa e di giustificato motivo presenti nei contratti. Inoltre, cambia anche l’articolo 32 poiché si precisa che il termine per l’impugnazione del licenziamento decorre dalla comunicazione scritta.

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