Cultura e Spettacoli

Niente fattoria, la casa di George Orwell sarà trasformata in un museo

Le autorità indiane di Bihar, lo stato natale dello scrittore inglese, hanno deciso di salvare l'edificio in cui nacque nel 1930. Da tempo abbandonato, stava andando in rovina. Diventerà un luogo dove celebrare l'autore della «Fattoria degli animali»

La casa natale di George Orwell non diventerà una fattoria degli animali. Lo hanno deciso le autorità indiane di Bihar, stato natale dello scrittore britannico. La casa dove nacque nel 1903 Orwell - al secolo Eric Arthur Blair - era stata completamente abbandonata e invasa da numerosi animali, ma ora l'edificio è stato salvato grazie all'interesse del Rotary Club e di molti cittadini britannici, come Clive Collins, un professore di letteratura in pensione, e di sua moglie, Monica. «La casa è cambiata poco dall'epoca in cui nacque Orwell - scrive Collins sul sito Orwell Today - L'unica differenza è che i risciò a motore parcheggiano dentro al cancello e che mucche, capre, cani e maiali vagano nel giardino intorno, molto appropriato per l'autore de "La fattoria degli animali"».
Ora le autorità vogliono ristrutturare l'edificio e trasformarlo in museo per attirare turisti a Bihar, in uno degli stati più poveri e popolosi di tutta l'India. «La priorità del governo e di proteggere l'edificio - ha dichiarato il ministro della cultura di Bihar, Vivek Singh - Vista l'importanza della casa faremo molto di più che dichiararla semplicemente sito protetto».
George Orwell nacque a Bihar poiché il padre, Richard W. Blair, lavorava nel dipartimento dell'oppio britannico. Lo scrittore è uno delle centinaia di personaggi famosi britannici nati India, allora colonia del Regno Unito, ma è il primo che viene omaggiato con un'iniziativa del genere. Autore di numerosi romanzi, tra cui «1984» e «La fattoria degli animali», lasciò l'India quando aveva soltanto un anno.

Nel 1921 cercò di tornare nel Paese arruolandosi nelle forze di polizia imperiali indiane, ma venne invece assegnato in Birmania, a causa delle sue simpatie per l'indipendentismo indiano.

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