Politica

«Niente messa per chi fa vedere l’ombelico»

Teodora Poeta

da Civitella Roveto (Aq)

Beati coloro che non varcheranno la soglia con pantaloni a vita bassa e ombelico in bella vista. Dopo il preside del liceo Scientifico di Avezzano, Angelo Bernardini, questa volta a fare da supremo censore degli ombelichi è il sacerdote di Civitella Roveto, don Franco Geremia, che durante l’omelia ha richiamato le sue pecorelle del paesino in provincia dell’Aquila «al buon senso, ad un minimo di decenza quando si varca la soglia di un luogo di culto sacro come la chiesa, fuori dalla quale - ha, comunque, precisato - ognuno, poi, può vestirsi come meglio crede».
Vietati, insomma, tra i banchi della chiesa jeans, pantaloni o indumenti di qualsiasi genere a vita bassa che scoprano l’ombelico. Per pregare insomma non c’è bisogno di stare a pancia nuda ed è necessario tenere ben coperto questo punto del corpo da sempre ritenuto uno dei più sensuali. Una convinzione, a quanto pare, largamente condivisa soprattutto nell’Aquilano, dove, non più tardi di un anno fa appunto il preside del liceo Scientifico di Avezzano, Angelo Bernardini, sconvolse i giovani studenti di tutta Italia con la proposta, forse anche un po’ provocatoria, di far indossare alle ragazze il vecchio ed odiato grembiule per evitare che si arrivasse a scuola con l’ombelico in vista.
Ma l’Abruzzo non è nuova a queste storie legate proprio agli ombelichi, visto che parecchi anni fa, a Nereto, in provincia di Teramo, sempre il prete del paese si inventò addirittura una «mela del peccato», da consegnare alle donne che avessero osato entrare in chiesa in abiti discinti, mostrando cosce e caviglie. Nel caso di Civitella Roveto, dove ancora una volta si torna a mettere sott’accusa il ventre scoperto, c’è però una differenza sostanziale: per don Franco Geremia la legge è uguale per tutti, uomini e donne. E così, per una volta tanto, anche l’ombelico degli uomini, che i jeans a vita bassa lasciano intravedere, ha ottenuto una censura.
L’intemerata di don Franco non è arrivata comunque all’improvviso: il messaggio lo aveva lanciato più volte, tant’è che in paese qualcuno aveva già preso l’abitudine di coprirsi prima di entrare in chiesa. Questa volta, però, l’omelia è stata chiara e per gli abitanti del posto non ci sono interpretazioni diverse.

E visto che un vecchio proverbio locale recita «fai quello che il prete dice e non quello che il prete fa», ai giovani civitellesi non resta che obbedire e cambiare look in vista della prossima funzione.

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