Roma

«Niente odio e bugie». «Iniziate male»

Non hanno certo atteso Walter Veltroni e Gianni Alemanno. Nel primo giorno di campagna elettorale il sindaco che non è più sindaco e il ministro che (quasi) non è più ministro si sono subito attaccati frontalmente, dando subito l’idea di quello che sarà un mese di fuoco per Roma.
Ad attaccare è stato Veltroni, che ha lanciato due sassi nello stagno avversario. Dapprima il sindaco uscente ha pensato bene di metter bocca nell’organigramma del centrodestra, criticando la scelta di Alessandra Mussolini come assessora «in pectore» dell’Infanzia. «Mi colpisce un certo tipo di scelta sull’assessorato ai bambini - ha detto il candidato dell’Ulivo -. La destra capirà cosa significa schiacciarsi su posizioni dell’estrema destra». Poi, visitando il suo comitato elettorale in via della Lega Lombarda, Veltroni, oltre a parlare della sua campagna («sarà serena, senza bugie, radicata nel popolo di Roma e senza buttare soldi dalla finestra. Noi abbiamo messo un tetto anche alle sottoscrizioni individuali. Non si potrà dare più di 5 mila euro»), ha criticato i toni usati dagli avversari: «Da noi non arriveranno parole di odio e bugie, due elementi di cui si alimenta la vita politica italiana e di cui vediamo i primi segni anche nell’avvio di questa campagna elettorale». «Io non avrei mai fatto una campagna elettorale - ha detto alludendo alla scelta di Alemanno - con manifesti in nome del popolo romano, che evocano Giulio Cesare. Il mio tono è un altro, siamo una squadra di cittadini, e la mia campagna sarà rivolta a coloro i quali hanno di meno e sarà radicata nel popolo di Roma come è stato il nostro lavoro in questi cinque anni. Andremo nelle periferie, nei luoghi di lavoro, e incontreremo come sempre i cittadini».
Non si fa attendere la risposta di Alemanno, che è decisamente tagliente: «Il mio avversario parte male. Spero che non costruisca tutta la campagna elettorale sull’ipocrita e stucchevole schema “noi buoni, loro cattivi”». E quanto al moderatismo, «non credo che un’accusa di estremismo possa venire da chi ha tra le proprie liste apparentate quella del leader dei centri sociali, il consigliere Nunzio d’Erme. Alessandra Mussolini non ha mai praticato la violenza e l’intolleranza politica contro i propri avversari, come invece ha fatto il consigliere D’Erme nei miei confronti e come fanno quotidianamente gli stessi centri sociali dell’ultrasinistra contro i giovani di destra. Gli stessi centri sociali che, a differenza di chi è collegato con la mia candidatura, bruciano le bandiere d’Israele durante i cortei». «Inoltre - prosegue Alemanno - da parte di un esponente politico che ci ha ossessionato per molto tempo nel tentativo di rappresentarsi come sindaco di tutti i romani, si deve rispettare una candidatura e uno schieramento che scende in campo senza sfruttare l’unanimismo mediatico costruito dalla sinistra in cinque anni di amministrazione, mostrando più attenzione ai problemi della comunicazione che a quelli concreti dei cittadini». «Sul versante delle spese, poi - afferma Alemanno - è evidente che noi abbiamo limiti molto più stringenti di chi oggi appare come interlocutore unico dei poteri economici forti della città».

«Infine - conclude Alemanno rispondendo alle esternazioni di Veltroni sui manifesti elettorali a sostegno del candidato unico del centrodestra - gli slogan ce li scegliamo noi, e diciamo con molta forza “In nome del popolo romano, basta con le ipocrisie buoniste, la nostra città ha bisogno di serietà”».

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