Levare la patria potestà ai rom che costringono i propri figli allaccattonaggio e al borseggio. Lo chiede in una lettera aperta al prefetto Serra il portavoce per la Città di Roma de «La Destra», Fabio Schiuma. «Illustre signor prefetto - si legge - la prego di sollecitare lufficio Minori della Questura di Roma per accertare i casi in cui sussista il reato di riduzione in schiavitù, previsto dal codice penale, per cui è possibile incriminare i genitori di quei bimbi rom costretti a mendicare, chiedendo elemosina o vendendo roselline, o addirittura a delinquere in reati di borseggio, ma anche di furti in appartamenti.
I terribili fatti di Livorno devono essere scongiurati qui a Roma». Per Schiuma «sarebbe opportuno che il sindaco Veltroni rafforzasse il Nucleo assistenza emarginati del Comune affinché si segnalino di più i casi di sfruttamento e si possano fare le indagini, dal momento che nella pseudo-cultura nomade laccattonaggio dei figli è considerato dai genitori un dovere alla contribuzione alleconomia domestica».
«A Terni infatti - continua Schiuma - gli organi preposti hanno potuto disporre la sospensione della patria potestà ai genitori incriminati e laffidamento dei bimbi ad istituti appositi, affinché fosse garantito ai bimbi quel diritto allinfanzia negato da genitori aguzzini che neanche li mandano a scuola, facendo fallire tutti i tentativi di scolarizzazione».
Schiuma ricorda infine lepisodio accaduto la scorsa estate, un furto in una casa al quartiere San Paolo, operato da due slave, una incinta e laltra con un bimbo di sei mesi al seguito. Entrambe erano domiciliate in un campo nomadi della capitale. In quella occasione il senatore Storace presentò uninterpellanza in materia per sollecitare e intensificare proprio lintervento delle questure».