Niente permessi, sigilli al cantiere del Sert

Sigilli al cantiere per il Sert di Acilia. Sequestrata un’area della Asl RmD destinata alla realizzazione di un poliambulatorio per l’assistenza ai tossicodipendenti in via Amedeo Bocchi, angolo via di Saponara. Mancate autorizzazioni, inesistenti richieste sul cambio di destinazione d’uso, pareri di ogni tipo assenti. Un provvedimento estremo, spinto dalle proteste dei residenti che nei giorni scorsi hanno messo in allarme i vertici del XIII municipio. Soprattutto un caso particolare, visto che si tratta di una struttura pubblica.
A eseguire il provvedimento, ieri mattina, i vigili urbani del comando «Stefano Calcioli». «Non sono risultate pratiche edilizie in corso presso l’ufficio tecnico del municipio - spiega Stefano Salvemme, presidente della commissione Attività produttive del municipio lidense - quindi, oltre alla carenza programmatica, c’è un problema di legittimità burocratica. In questa vicenda non c’è chiarezza. La mancanza di un progetto sanitario pubblico e condiviso con il municipio e la cittadinanza ha consentito che ognuno potesse dire le cose più disparate. Dal punto di vista amministrativo esistono solo due atti ufficiali. Il primo, della Asl Roma D, datato 19 settembre in cui si comunica l’intenzione di posizionare un container come archivio e che qualsiasi eventuale variazione successiva sarebbe stata concordata con gli uffici competenti. Successivamente vengono apposti dei cartelli in cui si annuncia la nascita di un centro specialistico in ginecologia, pediatria e per lo screening diagnostico». Ebbene, il passaggio tra il progetto dell’archivio e il polo specialistico non ha alcun riscontro amministrativo, tanto che l’Ufficio tecnico sul lungomare Paolo Toscanelli, a Ostia, venerdì mette in azione la municipale. Motivo ufficiale? «L’intervento edilizio effettuato in totale assenza di specifico titolo edilizio» (permesso a costruire). Sul posto, oltre allo stesso Salvemme e al comandante dei pizzardoni del XIII gruppo, Pierfrancesco Marchesi, presidente della commissione Lavori pubblici. «La situazione è nata con poca chiarezza - spiega Marchesi - tanto che erano stati sollevati dubbi sia sul rilascio delle autorizzazioni che sulla volontà di utilizzo espressa dalla Asl». Di fatto gli operai della ditta appaltatrice gettano dei basamenti in calcestruzzo per la messa in opera dei container destinati, a questo punto, a un Sert distaccato. Ieri, finalmente, lo stop ai lavori.

«Avvieremo un tavolo di confronto che coinvolga tutte le parti in causa e che stabilisca gli obiettivi e le strategie della Asl sul progetto sanitario in questione. Questa volta tenendo ben presente che l’amministrazione locale è l’interlocutore principale per la tutela dei residenti», chiosa Salvemme.

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