Antonella Aldrighetti
La stabilizzazione dei lavoratori precari non sembra poter vedere la luce. Largomento scotta tra le mura della casa di vetro regionale e, da quello che lasciano trapelare le rappresentanze sindacali, si scalderà ancora di più nei prossimi giorni. Sul tavolo ci saranno le sorti degli addetti dellAres 118, circa novanta, che sono in scadenza di contratto.
Sul fronte della gestione dellassestamento di bilancio appena approvato dalla giunta Marrazzo, invece, non cè nemmeno un accenno alla stabilizzazione del precariato, malgrado tale onere sia contenuto nella legge finanziaria regionale 2006. Al di là delle belle parole del governatore sul bisogno di economizzare su tutti i fronti per risanare le finanze pubbliche, non saranno quindi concesse revisioni in merito al costoso affidamento allesterno di servizi e prestazioni dopera. Vale a dire che i precari della sanità dovranno aspettare ancora e i lavoratori delle cooperative, considerati la porzione meno fortunata dell'universo precario con i loro stipendi dimezzati rispetto ai colleghi inquadrati di pari livello, non vedranno sanate le loro posizioni almeno fino alla prossima finanziaria. E mentre nel Lazio «radio Asl» ci fa sapere che i manager sanitari sono alle prese con la concessione di deroghe sugli appalti, rinnovi e nuovi bandi di gara per la fornitura di personale sanitario, il Tar del Piemonte ha condannato la stessa procedura poiché la fornitura di lavoro a tempo non è da considerarsi un appalto di servizio. Tradotto in soldoni: se un ospedale deficita di personale deve ingaggiarlo direttamente, magari a tempo determinato e non prenderlo in affitto attraverso un intermediario. Lintermediario in questo caso è palesemente la cooperativa di turno perché «la fornitura di infermieri cui assistiamo periodicamente costituisce un esempio eclatante di paradosso economico - commenta il segretario regionale della Fials Confsal Gianni Romano -. Mentre in Piemonte appare chiara lesigenza di sanare le posizioni degli operatori delle cooperative attraverso contratti di lavoro interinale, qui nel Lazio lassestamento di bilancio della giunta regionale non lascia via duscita ai precari: così sono e così resteranno». Ma lillusione che quanti prestano servizio nelle coop possano ricevere una risposta positiva, sembra non essere del tutto svanita: «La giunta del Lazio - sostiene il sindacalista - potrebbe rivelarsi antesignana nellemulare il Tar del Piemonte e dare prova di coerenza e coraggio politico incominciando a regolarizzare i lavoratori delle cooperative attraverso contratti sottoscritti dalle Asl stesse a tempo determinato. La retribuzione dovrebbe essere pari a quella de i colleghi inquadrati nei ruoli sanitari, e non inferiore del 30 per cento».
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